Strage di Bologna, FdI: «Ipocrisia politica a Lonate»

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LONATE POZZOLO – Intitolare la piazza mercato di Lonate Pozzolo alle vittime della strage di Bologna? «Una dimostrazione di ipocrisia politica». Fratelli d’Italia torna sulla mozione presentata dalla minoranza di Uniti e Liberi, dopo il polverone polemico sollevato dalle dichiarazioni in consiglio comunale del capogruppo leghista di maggioranza Armando Mantovani («Un attentato neofascista? Non è vero. In transito c’era un vagone palestinese fatto esplodere»).

La politica «strumentale»

Polemiche che non si placano. «La nostra critica – dice FdI – non è rivolta all’intitolazione in sé, ma al modo strumentale in cui questa richiesta è stata presentata. Ovvero, al secondo consiglio comunale di questa amministrazione. Che di fatto è il primo, in termini pratici, perché si sa che la prima seduta tratta le formalità e le opportune nomine». Di più: «Se l’interesse di Uniti e Liberi verso questa iniziativa fosse stato reale, e non una mera provocazione politica, avrebbe potuto realizzarla in passato, durante il suo mandato. Dimostrando così un reale impegno nel rendere omaggio alle vittime di questa terribile tragedia».

«Punzecchiamento storico-politici»

Non solo. Il dibattito nato dopo il «legittimo invito» del sindaco Elena Carraro a ritirare la mozione, per FdI è stato «inappropriato alla sede in cui si è dibattuto». Nel senso che «non sono temi che riguardano i consigli comunali, che devono essere utili per il territorio lonatese e non occasioni per punzecchiamenti storici-politici». E aggiunge: «La memoria storica e il rispetto per le vittime di eventi tragici devono essere preservati al di sopra delle strumentalizzazioni politiche. Siamo impegnati a lavorare per una politica basata sulla coerenza, la trasparenza e il rispetto». Prosegue: «Ribadiamo la disponibilità a un dialogo costruttivo con tutte le forze politiche, ma sottolineiamo l’importanza di evitare tentativi di utilizzare tematiche così delicate a fini politici. Dobbiamo agire con responsabilità e sensibilità nei confronti della memoria delle vittime e delle loro famiglie. Non tirando in causa queste ultime per attirare consenso pubblico perso a causa di un mandato di immobilismo».

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