Lovato e il Patto con i 525 candidati: «Lavoriamo per Varese dopo il voto»

Varese Fabrizio Lovato Lavoriamo per Varese

VARESE – 525 candidati per 32 posti da consigliere a Palazzo Estense: troppi? «Assolutamente no se tutta questa energia, questa voglia di mettersi a disposizione per la città e di partecipare non si spegne il giorno dopo le elezioni». Chi parla è Fabrizio Lovato, assessore uscente e candidato con Lavoriamo per Varese, il quale lancia un vero e proprio Patto della partecipazione.

Oltre le differenze, oltre la campagna elettorale

E’ lo stesso Lovato a spiegare l’iniziativa: «Dei 525 candidati in lista solo il 6 per cento verrà eletto. Quindi se ragioniamo solo sui numeri il dispiego di forze in campo risulta davvero sproporzionato. Se invece davvero ogni candidato ha deciso di mettersi a disposizione per il bene comune della città, significa che anche dopo l’apertura delle urne potrà dare un contributo importante anche nel momento in cui venisse eletto. Ed è per questo che sto promuovendo il Patto della partecipazione. E mi auguro che siano in tanti a sottoscriverlo con l’impegno di non “sparire” sulla base del risultato elettorale».

E il motivo è semplice: «La campagna elettorale – continua Lovato – è il momento in cui si mettono in circolo idee e progetti. Ma sono i cinque anni di amministrazione quelli in cui si lavora per realizzarli. “Uscire di scena” dopo il voto significherebbe abbandonare anche i propositi con i quali ognuno di noi si è proposto ai cittadini. Continuare invece a partecipare vorrebbe dire portarli avanti e dare il proprio contributo. Anche da fuori».

Come aderire

Per aderire il candidato dovrà inviare una mail a tavolocandidatiVA@gmail.com, specificando il nome, il cognome, la mail di riferimento, l’attuale lista di appartenenza, e ovviamente l’accettazione del patto. Il tavolo si autocostituirà entro 60 giorni dall’insediamento del nuovo consiglio ed avrà quale unico obiettivo la condivisione di idee e proposte per la città dei prossimi anni. L’attività del tavolo si svilupperà in riunioni a distanza con cadenza almeno bimestrale e i verbali, integrati dagli eventuali allegati, saranno inviati al sindaco, alla giunta e ai consiglieri comunali.

Lovato spiega anche l’importanza della tempistica della proposta. «La faccio ora che non ci sono né vinti né vincitori. E questa è una sfida, perché la politica e l’amministrazione è fatta da uomini e donne, anzi da varesini, perché i candidati sono cittadini, che vogliono una Varese migliore al di là dei colori di partito e delle appartenenze. Non facciamo morire il grande entusiasmo che si respira in queste settimane. Sentire che al centro del dibattito politico c’è il progettare la città è un patrimonio immateriale da non disperdere».

E conclude: «Ci sono tematiche simile, argomenti che fanno parte dei programmi di tutte le liste e quindi significa che davvero possiamo lavorare in maniera trasversale. Penso al Turismo, ad esempio, materia che ho seguito, seppur in un periodo difficilissimo come la pandemia da assessore. E’ un campo in cui davvero c’è spazio per mettere in comune le tante idee che sto sentendo. E solo così possiamo davvero dimostrare che in queste settimane non stiamo facendo semplice propaganda per acchiappare voti, ma stiamo iniziando a ragionare sulla Varese del futuro».