Maledizione Uyba, tempesta sulle farfalle. Pirola: “Toccato il fondo, ripartiamo insieme”

BUSTO ARSIZIO – La maledizione della prima Uyba, con Marco Fenoglio nel ruolo di Capitan Jack Sparrow. Dopo gli incoraggianti esordi estivi con la netta affermazione su Chieri, la vittoria nella tribolata semifinale di Supercoppa con Novara e la finale di Supercoppa giocata dopo poche ore con Conegliano, la Unet e-work di patron Pirola teneva ben spiegate le vele in un mare calmo. Poi è arrivata la tempesta perfetta del Covid e il Kraken degli infortuni. E sabato (e-work Arena, ore 20.30) arriva la Igor Novara.

Progetto… di transizione

A Busto si è sempre parlato di progetto. Progetto giovani, progetto italiane… Le contingenze dell’estate hanno obbligato la società di via Maderna a cambiare rotta. L’età media della squadra è 25.9 anni (pesano ovviamente i 41 di Piccinini), mentre quella del sestetto sale addirittura a 27.2. Le più giovani del 6+1 sono Mingardi e Poulter (23 anni) e sono giustamente da considerarsi delle giocatrici affermate con una lunga carriera davanti, ma di certo non delle giovani. Alessia Orro e Britt Herbots, tanto per non fare nomi, sono arrivate a Busto con ancora 19anni da compiere. Il budget Uyba dell’estate 2020 ha risentito di certo del Covid più che in altre realtà, ma già dal roster era parso chiaro che il distacco dalle prime della classe fosse aumentato, anziché diminuito. L’evolversi della pandemia e la serie infinita di infortuni (Poulter, Gennari, Piccinini e ora Herrera Blanco) hanno amplificato il tutto. La Uyba, allo stato attuale, è decima in classifica, a dieci punti di distacco dal quarto posto, mentre a febbraio era tranquillamente seconda in classifica e pareva l’unica squadra in grado di impensierire Conegliano.

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La testa e il faccia a faccia

I problemi evidenziati nelle ultime uscite sono di certo fisici, ma come ben sottolineato da Fenoglio al termine della disfatta con Firenze, anche psicologici. Nelle prime partite il punto di forza pareva proprio lo spirito di squadra che, associato ad una grinta fuori dal comune messa in mostra ad esempio con Novara, avrebbe potuto colmare il gap con le società di vertice. Ora la squadra sembra avvitata su è stessa e uscirne pare complicato. Serve una scintilla, uno scatto d’orgoglio, come richiesto da patron Pirola nel faccia a faccia di giovedì, dopo la debacle con Firenze. Siamo certi che quando questo arriverà, cambierà radicalmente tutto il ragionamento. Ma intanto la classifica fa  e deve far riflettere….

Polemiche sì, insulti no

Sui social intanto si infiammano le polemiche con alcuni “tifosi” (le virgolette non sono casuali) che attaccano apertamente squadra, staff e società andando decisamente oltre le righe (soprassediamo su alcuni profili fake, forse legati a siti di scommesse sportive, arrivati addirittura ad insultare le giocatrici con epiteti indegni e irripetibili). Ci sta il disappunto (e in Italia ci sono 60 milioni di allenatori anche nella pallavolo), ma non bisogna per forza adeguarsi: esprimere in maniera costruttiva il proprio dissenso è giusto e giustificato, ma nei momenti di difficoltà è l’unione a fare la forza. Un gruppo già fragile di suo ha bisogno di trovare certezze, almeno nel proprio ambiente di lavoro, godendo della massima fiducia di tutti, dal primo all’ultimo dei dirigenti: dal presidente all’addetto stampa.

Team building e l’onore della maglia

Giuseppe Pirola, però, ha capito che qualcosa andava fatto e giovedì ha convocato una maxi riunione tra squadra staff e società per guardarsi negli occhi e cercare soluzioni. La prima è che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Nel gruppo squadra della Uyba ci sono giocatrici e tecnici con grande esperienza, anche internazionale, e le risorse per risollevarsi da questo momentaccio ci sono tutte, anche perché la maglia va sempre onorata.

Due colori

Tutte belle parole quelle che abbiamo speso per la Uyba, patrimonio della Città, ma ora bisogna metterle in pratica. La Uyba entra in un periodo di fuoco, un tour de force tra campionato e Champions League: dal 21 novembre al 6 dicembre le farfalle giocheranno ben 6 partite di cui tre in giorni nella bolla di Champions. Ora però non è il momento dei processi: per questi ci sarà tempo, valutando l’operato dei top player e le risorse a disposizione. Ora occorre compattarsi e unire gli sforzi, stringendosi ai colori bianco e rosso che sono quelli della squadra, ma anche della Città.

Adf assenti, purtroppo

Quanto servirebbero, in momenti come questi, gli Amici delle Farfalle, capaci con il loro calore e il loro incessante tifo di sostenere le giocatrici in campo. Più volte in passato (ricordate il tie-break dello scudetto con Villa Cortese o le sfide con il Galatasaray in Coppa Cev?) il tifo biancorosso ha spinto la squadra a superare i propri limiti e in questo momento l’assenza della curva pesa come un macigno.

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