Masterplan di Malpensa, Unicomal al Cuv: «Abbiate il coraggio di non firmare»

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MALPENSA – «È conveniente per un mandato firmare un progetto che è impattante e invasivo per il nostro territorio in cambio di un pugno di compensazioni?». Questa la domanda che si pone Unicomal, in vista della firma del protocollo d’intesa sul Masterplan di Malpensa prevista lunedì, 6 giugno, in Regione Lombardia. La posizione – richiesta – dei comitati è molto chiara: «Non firmate»

La situazione cargo

«Visto il calo (-3,7% del traffico cargo) di oggi e ricordando che in alcuni anni prima non c’è stata solo la crescita, ma anche la diminuzione delle tonnellate di merci, non si capisce perché accettare l’aumento a tutti i costi dell’area cargo al di fuori del sedime con la scomparsa di 44 ettari di brughiera pregiata», si legge in una nota diffusa da Unicomal. Questo, sottolineando che «altri progetti (come quanto ripreso dal Parco del Ticino) sullo sviluppo della cargo presenti nel Masterplan 2035 sono stati bocciati a priori da Sea ed Enac». Da qui, la domanda: «Allora perché sono stati presentati?»

Ampliamento, alternative e rumori

Le affermazioni del sindaco di Milano, Beppe Sala, sulla sconvenienza a livello economico della riapertura del T2 e la proposta di Dario Balotta, presidente di Onlit, di fare una nuova cargo in quel luogo «evidenziano l’atteggiamento unilaterale e senza aperture della giunta regionale, di Sea ed Enac», affondando i comitati. Inoltre, «l’ampliamento degli orari dei voli notturni causa e causerà un disagio e una sofferenza per la popolazione esposta a tali rotte: le proteste dei sindaci del Nord Milanese sono molto chiare e legittime».

«Non firmate»

Una situazione che porta alla richiesta netta ai sindaci del Cuv: «Nella vita, in certi momenti, bisogna avere il coraggio di dire di no, di osservare la realtà dei fatti e ascoltare la propria coscienza più che il “particulare” o la ragione di stato. Per questo vi chiediamo: non firmate». E concludono: «L’assenso a questo Masterplan può aprire la strada a cause legali, viste le numerose inadempienze alla legislazione vigente che si sono susseguite dagli anni Novanta ad oggi».

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