«Salute, lavoro, ambiente: serve un’alternativa di sinistra al liberismo sfrenato su Malpensa»

Malpensa masterplan pd marson

Un uragano di sciocchezze si è scatenato dopo la bocciatura dell’espansione del perimetro aeroportuale e la contemporanea approvazione del Masterplan da sviluppare all’interno dell’attuale perimetro. Quasi tutti glissano sul particolare che Sea può procedere con lo sviluppo della cargo city nel perimetro attuale, quindi non si tarpano certo le ali dello sviluppo di Malpensa, resta da vedere quanto reali siano queste prospettive di sviluppo, ma questa è tutta un’altra storia. 

Nessuno, tra politici e rappresentanti delle varie categorie economiche, si perita di conoscere i numeri reali del trasporto merci su aereo che si aggira attorno al 1,5 milioni di tonnellate all’anno su tutto il territorio nazionale. La prima obiezione è: per quale motivo tutte le merci che viaggiano su aereo dovrebbero essere convogliate a Malpensa? Forse il Lazio, o la Toscana o altre regioni con aeroporti non muovono merci sufficienti per riempire un aereo cargo? Così da evitare che le merci arrivino tutte a Malpensa per poi essere caricate su altri mezzi per le destinazioni fuori Lombardia. Quanto è stato nel corso degli anni lo sviluppo del trasporto merci su aereo? Già un decennio fa si parlava di Malpensa che puntava ad un milione di tonnellate all’anno, oggi si punta alle 850.000 all’anno; evidentemente il resto si è perso nel corso degli anni. Vero che negli anni scorsi un’importante azienda dei trasporti si è spostata da Orio al Serio a Malpensa lasciando il saldo a zero per quanto riguarda l’aumento del trasporto merci su aereo e il livello dell’occupazione, in quanto si è solo spostata una base operativa. 

Tornando al milione e mezzo di tonnellate anno di merci trasportate su aereo, si prepara quindi un bel match tra i vari aeroporti, dove ciascheduno vanterà valori percentuali stratosferici sulla quota nazionale, per giustificare smisurate cementificazioni tra capannoni e infrastrutture varie che lo Stato, quindi noi, pagherà anche facendo debito (pubblico); poi, se rientreranno i denari, si vedrà, ma una certezza hanno tutti questi procacciatori di sviluppo: che nessuno della classe politica leggerà i numeri e farà un’analisi storica di quanto successo fino ad oggi. L’importante è far girare la giostra, oggi più che mai con il Pnrr che incombe, e se ci saranno comitati spontanei o altre voci che oseranno mettere in dubbio la bontà dello sviluppo, ci sarà sempre qualche prezzolato che affermerà che l’infrastruttura del caso è indispensabile per il radioso sviluppo della nazione. Gli esempi del passato lo dimostrano anche in altri ambiti, un esempio per tutti il fumo delle sigarette. 

Va tenuto a mente che a pochi km di distanza da Malpensa esiste lo scalo intermodale Hupac, dove sono insediate più gru che al porto di Rotterdam. Non è un caso che lì si muovano ogni anno 14 milioni di tonnellate anno di merci, che lì arrivano e partono su gomma con buona pace per l’inquinamento atmosferico. Quindi il trasporto su ferro sarà, si, suscettibile di ulteriori sviluppi, visto che in val di Susa si sta procedendo con la costruzione della linea ferroviaria per alta velocità per i passeggeri e alta capacità per le merci. Quindi qual è la linea di sviluppo che la classe politica italiana vuole dare alla Nazione? 

Per quanto riguarda la classe politica locale, diventa difficile trovare parole, dopo che avevano sottoscritto con Sea un accordo epocale, dimenticandosi le priorità di ogni singolo Comune, che sono la tutela della salute e dell’ambiente, sviluppando un’economia che sia realmente compatibile e redditizia per i Comuni, meglio se associati in politiche di sviluppo comuni. Si sono visti stracciare dalla “Commissione Via “ quelle bruttissime  pagine sottoscritte in modo rocambolesco dai sindaci del Cuv e dal presidente della Regione. Un accordo epocale che prevedeva l’allargamento del perimetro aeroportuale per costruire nuovi capannoni che poi, in un modo o nell’altro, si sarebbero riempiti, in concorrenza con le varie zone industriali dei singoli comuni. Tutto a vantaggio di Sea, che ormai è diventata un’agenzia immobiliare, alla ricerca di nuovi terreni vergini dove poter espandere i propri immobili per generare utili da divedersi tra i soci di Sea . Naturalmente ai Comuni del Cuv neanche le briciole, solo qualche pacca sulle spalle dei sindaci più meritevoli. 

A tutto questo sfacelo si deve aggiungere la situazione della sanità pubblica, nella fattispecie degli ospedali di Busto e Gallarate, ospedali di riferimento per Malpensa, che versano in uno stato comatoso dopo che ormai un decennio fa sono stati uniti sulla carta, in attesa della costruzione della nuova super struttura che avrebbe soppiantato i due storici nosocomi. I fatti di questi ultimi mesi non lasciano speranze. Evidentemente la triste realtà è che la tragica esperienza del covid nulla ha insegnato e tutto procede come prima, più di prima, verso una privatizzazione coatta del servizio pubblico; così la salute sarà garantita solo a chi potrà permetterselo, gli altri potranno sperare sempre e solo nella provvidenza. 

Altro tema è l’occupazione, sottopagata anche a mezzo di cooperative all’uopo create, tradendo lo scopo originale delle cooperative, con contratti arrivati quasi al minuto. Stendiamo un velo poi sulla salute nei posti di lavoro, oggi completamente dimenticata, un tempo tema di lotte sindacali. 

E’ tempo che le forze progressiste e di sinistra si interroghino a fondo sul significato delle parole “sostenibilità ambientale” , “tutela della salute”, “tutela e salvaguardia del lavoro”. Non devono essere parole vuote, atte a riempire i vari programmi elettorali o congressuali, ma devono essere obiettivi prioritari. Meglio ancora sono variabili indipendenti. Non importa per quale consiglio regionale , comunale, provinciale, nazionale si concorra; l’importante è che tutti perseguano lo stesso obiettivo e che non prevalgano interessi di zona. La tutela ambientale deve essere perseguita anche nel consiglio comunale di Milano, non solo per il territorio metropolitano , ma anche in quelle aree fuori dal perimetro metropolitano, occupate dalle aziende municipalizzate per i loro interessi economici. Un caso esemplare è Malpensa. Tutti siamo felici che gli utili di Sea permettano di dare ai milanesi asili nido gratis, ma non vedo per quale motivo debba essere fatto a discapito di altri cittadini che non risiedono a Milano. 

Dunque i consiglieri di qualsiasi partito della sinistra devono perseguire senza se e senza ma gli obiettivi sopracitati, non avendo remore di perdere il posto o di creare disagio alle maggioranze di cui si fa parte. Altrimenti non ci si può lamentare se gli elettori di sinistra non ci sostengono più. Come si può pensare che ti sostengano quando si fanno gli stessi discorsi della destra, solo un po’ più sfumati e con qualche apertura in più? 

E’ tempo di confrontarci senza mezzi termini per tornare ad essere vincenti con una nuova prospettiva di sviluppo che non sia il liberismo sfrenato che tanti disastri e sofferenze ha provocato. 

Tiziano Marson
(segretario Pd circolo Casorate Sempione)

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