MALPENSA – «La situazione di oggi deve essere superata con il ritorno alla piena normalità e con il rispristino dei collegamenti tra Malpensa e Roma Fiumicino». Così Andrea Pellicini, deputato alla Camera in quota Fratelli d’Italia. Parole rivolte al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini (Lega) in un’interrogazione parlamentare, per sapere «quali iniziative intenda assumere al fine di far ripristinare l’importantissimo servizio di collegamento aereo tra i due aeroporti».
La crescita dopo il Covid
Alla base della richiesta ci sono le recenti dichiarazioni di Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, società che gestisce gli aeroporti di Linate e di Malpensa. Che ha comunicato, come riporta Pellicini, che «l’azienda ha chiuso il 2022 con ricavi per 734,8 milioni di euro e un utile netto di 182,50 milioni, annunciando che si prevede un 2023 ancora in crescita». Ma anche che a breve (il 31 maggio) riaprirà il terminal 2 dello scalo varesino. Ma nonostante le buone notizie («che dimostrano la salute degli aeroporti milanesi e il positivo risveglio, dopo il Covid, del settore del turismo»), resta il fatto che «non risultano ancora ripristinati i collegamenti tra Malpensa e Roma, interrotti a far data dal primo ottobre 2020». Con la conseguenza che l’unico collegamento tra i due scali «è garantito dall’aeroporto di Linate».
Il collegamento
Una situazione, quella che riguarda il collegamento tra Malpensa e Roma, «si ritiene che ciò costituisca un evidente pregiudizio per tutti coloro che vivono e lavorano nell’area nord di Milano, che si vedono costretti a sopportare i lunghi tempi di trasferimento verso Linate determinati dal forte traffico sulle autostrade A8 e A4, nonché sulle tangenziali milanesi». Inoltre, considerando che si tratta dell’area territoriale pedemontana nord occidentale, «una tra le più importanti aree produttive a livello nazionale e merita il dovuto riconoscimento anche in termini di servizi e di collegamenti con la Capitale». Ma anche che l’aeroporto di Malpensa è situato in una zona che copre 900mila abitanti, come la provincia di Varese. Persone che «hanno diritto di beneficiare dei vantaggi dello scalo internazionale, oltre a doverne subire i pregiudizi in termini di rumore e di inquinamento». In conclusione: «A prescindere dalle ragioni territoriali, appare comunque incomprensibile una strategia dei trasporti che di fatto rinuncia a collegare i due aeroporti italiani più importanti per dimensioni e traffico».