MALPENSA – «Valuteremo caso per caso», ha assicurato il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello oggi, 20 maggio, presente al Terminal di Malpensa per la inaugurazione della mostra fotografica della Polizia di Stato. Soltanto in questo modo, avvicinando ogni singola persona che ha scelto l’aeroporto come dimora, si punta ad allontanare i senzatetto, una presenza che nei mesi invernali arriva a superare le 100 unità e che in più di un’occasione ha creato problemi di sicurezza e ordine pubblico.
Il protocollo
Serviva qualcuno che affrontasse il problema di petto. E il prefetto di Varese, dopo aver trovato una soluzione ai problemi di sicurezza urbana e stradale fuori dallo scalo trovando un’intesa con le polizie locali del territorio, ha deciso di prendere in mano anche l’emergenza senzatetto. Come aveva anticipato lo scorso febbraio in Villa Recalcati, la soluzione è il coinvolgimento del terzo settore. Era però necessario, si diceva tre mesi fa, trovare fondi, ma ora la soluzione sembra dietro l’angolo. «Entro fine giugno saremo in grado di sapere se Croce Rossa e Caritas, che hanno partecipato al bando di gara di Regione Lombardia, si sono classificate a buon punto in graduatoria. Subito dopo saremo in grado di sottoscrivere il protocollo tra tutti i soggetti istituzionali e del terzo settore e lavorare insieme su questo tema».
Cosa prevede
Pasquariello ha sottolineato il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine e ritiene strategicamente decisivo l’affiancamento di altre professionalità per porre un freno ai fenomeni dell’abusivismo, dell’accattonaggio molesto e della presenza di persone senza fissa dimora in aeroporto. «Con persone capaci di aprire un dialogo con questi soggetti fragili, faremo innanzitutto un censimento. Capiremo chi sono, la loro storia e la loro provenienza. Nei casi meno difficili proveremo a farli rientrare in società con percorsi di accompagnamento al lavoro. Di pari passo metteremo in atto azioni di assistenza in spazi al di fuori del contesto aeroportuale, con l’obiettivo di allontanarli gradualmente dai corridoi dello scalo».
