Un protocollo per il problema senzatetto a Malpensa. Da trovare fondi e spazi

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L'assessore Lucchini (Regione), il prefetto di Varese Pasquariello, il consigliere provinciale Di Toro e l'assessore di Milano Bertolè

VARESE – Un protocollo istituzionale per affrontare in modo congiunto le problematiche legate ai fenomeni dell’abusivismo, dell’accattonaggio molesto e della presenza di persone senza fissa dimora presso l’aeroporto di Malpensa. La bozza per l’intesa, che sarà sottoscritta prossimamente dopo alcune integrazioni, è stata discussa oggi pomeriggio, mercoledì 28 febbraio, presso la sede della Provincia di Varese, in un incontro promosso dal prefetto Salvatore Pasquariello (nel video qui sotto le interviste). Da definire ora coperture economiche e un luogo fisico di assistenza.


C’è la bozza

Con il protocollo si vanno a definire le strategie per affrontare il tema, che era già stato al centro di alcuni incontri precedenti convocati nel 2023, in cui era stata messa a fuoco la situazione. Presenti l’assessore regionale alla famiglia Elena Lucchini, l’assessore al welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolé, il consigliere Michele Di Toro della Provincia di Varese, gli amministratori dei comuni che gravitano intorno allo scalo (Somma Lombardo, Ferno e Samarate) e i rappresentanti di Ats Insubria, Asst Sette Laghi e Asst Valle Olona. Quindi le forze dell’ordine, Sea, Enac, Aler, Croce Rossa Italiana e Caritas. Tutte realtà che saranno coinvolte nella gestione strutturale della problematica, che ora viene affrontata invece con strumenti più estemporanei.

Le strategie

A presentare obiettivi e strategie del protocollo sono stati Enac e Sea. Il direttore operazioni Sea Malpensa Davide Pisoni ha illustrato il lavoro che il gruppo tecnico ha svolto a partire dallo scorso autunno. «Si passa da una prima fase di censimento, analisi e aggancio delle persone ad una parte più di cura della persona – spiega – quello che noi vogliamo è che queste persone possano trovare un punto di assistenza per essere reinserite in società. L’obiettivo è anche isolare le persone che creano problemi ai lavoratori: c’è gente che non si sente più sicura a lavorare in aeroporto, una questione posta in modo preciso dai sindacati».

Uno spazio fuori dal sedime

Il protocollo prevede la realizzazione di uno spazio di assistenza per le persone che gravitano intorno allo scalo. Un ambiente che sorgerà fuori dall’aeroporto. «Abbiamo esplorato una serie di punti ma non siamo riusciti a trovare un luogo adeguato sul sedime aeroportuale per avere dei posti letto – ha detto Pisoni – stiamo allargando il nostro orizzonte nei comuni limitrofi con la logica che la gestione avverrà all’interno del protocollo: nessuno ha intenzione di scaricare sui comuni il problema». Ci sarà comunque la possibilità di avere o uno più spazi di “aggancio” delle persone in aeroporto: uno è stato individuato nel locale della Croce Rossa, dove gestire one to one le persone con problematiche. Un altro spazio sarà itinerante, con attività di ingaggio dislocate probabilmente nella zona della stazione, dove c’è un grande passaggio di senzatetto.

L’aspetto economico

Oltre alla questione degli spazi per tenere in piedi il protocollo sarà fondamentale un altro pilastro: i fondi per la copertura delle spese vive e di gestione. Serviranno anche profili preparati: ad oggi gli interventi che vengono fatti in aeroporto, principalmente dalla Croce Rossa, sono basati sul volontariato, ma c’è bisogno ora di esperti del settore sociale che sappiano trattare questa realtà. Per quanto riguarda le coperture economiche l’assessore Elena Lucchini ha ricordato le progettualità messe in campo da Regione Lombardia, tra cui il bando marginalità, di cui uscirà a breve la nuova edizione. Quindi un plauso all’iniziativa varesina. «Una progettualità che può essere anche un modello esportabile in altri contesti in Regione», ha osservato Lucchini. Soddisfazione per la bozza del protocollo anche da parte dei comuni, delle forze dell’ordine e degli altri enti e associazioni intervenuti.

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