MALPENSA – Ha ormai superato quota 100milioni di euro la somma di arretrati che lo Stato deve ai Comuni aeroportuali. La battaglia legale sull’addizionale comunale sui diritti d’imbarco passeggeri, più semplicemente nota come tassa d’imbarco, finirà ora al Tar dopo anni di continui rinvii al tribunale ordinario di Roma. «Una novità da leggere positivamente», dice il vicesindaco di Ferno Mauro Cerutti, in prima linea in qualità di presidente nazionale Ancai.
La maxi-causa
Fra tutti i Comuni aeroportuali, 21 hanno deciso di avviare una causa contro il Ministero delle Finanze per ottenere ciò che spetta loro. Si tratta di 69milioni di arretrati soltanto per il periodo 2005-2015, a cui bisogna aggiungere ora altri 30milioni circa per le annualità successive. Alla causa partecipano anche sei Comuni dell’intorno aeroportuale di Malpensa (Samarate, Lonate, Ferno, Cardano al Campo, Somma Lombardo, Vizzola Ticino).
La tassa d’imbarco, istituita con legge 350 del 24 dicembre 2003, era stata pensata come parziale risarcimento degli oneri, dei disagi e dei servizi aggiuntivi che pesano sulle spalle degli enti locali che si trovano a gestire in casa la presenza ingombrante di un aeroporto. Ma dai 6,5 euro di partenza che lo Stato aggiunge al prezzo di ogni singolo biglietto aereo venduto, ai ai Comuni aeroportuali italiani arrivano le briciole. E comunque meno di quello che, secondo loro, indica la normativa.
Ora al Tar
I Comuni dell’Ancai nel 2017 avevano promosso, davanti alla Sezione II Civile del Tribunale Ordinario di Roma, l’azione legale nei confronti dello Stato Italiano, ai fini del recupero delle somme dovute a titolo di addizionale comunale sui diritti d’imbarco che non sono state versate per il periodo 2005 – 2015. Con sentenza del 15 febbraio 2018, confermata dalla Sezione II Civile (specializzata in materia d’impresa) della Corte d’Appello di Roma il 31 agosto scorso, è stato dichiarato il difetto di giurisdizione, «per essere la controversia devoluta alla giurisdizione del Giudice Amministrativo». Sentiti gli avvocati difensori, i Comuni aeroportuali hanno deciso dunque di ricorrere al Tar, per la somma indicata nella causa ma a questo punto anche per il recupero delle somme dovute per le annualità successive al 2015 e sino a oggi. Ecco perché il totale, ormai, ha superato quota 100milioni di euro.
Cerutti (Ancai): «La tassa d’imbarco non si tocca. E’dei Comuni aeroportuali»