“Mamo” Pedrani in un libro: «La musica è la mia medicina. Sindaco a Gignese? Nel 2024»

Massimo "Mamo" Pedrani (a destra) con Marco Linari

BUSTO ARSIZIO – «Il miglior farmaco? È la musica». Parola di Massimo “Mamo” Pedrani, ricercatore farmaceutico e cantautore, bustocco di formazione, che venerdì sera, 28 aprile, ha presentato al Museo del Tessile di Busto il suo libro autobiografico “Wapiti – La medicina della musica“, realizzato insieme allo scrittore e giornalista bustocco Marco Linari. Evento che sarà replicato il 6 maggio a Gignese, il comune dove Pedrani si “rifugia” e dove si è candidato sindaco alle elezioni che si sarebbero dovute tenere il 14-15 maggio. Ma un errore nella presentazione dei moduli di entrambi i candidati in corsa ha provocato la loro esclusione, confermata anche dal Tar a cui si erano rivolti per contestarla, con il conseguente commissariamento del Comune e il rinvio del voto al 2024. «Sarò in campagna elettorale per un anno intero – promette “Mamo” – avrei vinto, ma a questo punto tra un anno vincerò con il 92,7%».

L’evento

Ad accompagnare la presentazione del libro, in note, la “Mamo’s Band”, il gruppo fondato da Pedrani insieme al direttore artistico Gigi Marrese, e che vanta tra i suoi membri Luca Marino, cantante e chitarrista già sul palco del festival di Sanremo. Non un semplice evento letterario, ma un vero e proprio show in musica. Il volume – edito da Macchione di Varese e con foto di Davide Caforio – racconta il percorso professionale e artistico di un imprenditore di successo nel ramo della farmaceutica che in età adulta ha deciso di riprendere a suonare il basso e comporre brani, riallacciando i fili di una passione giovanile che era rimasta latente ma non era mai scomparsa. Alcune delle sue creazioni artistiche, inserite nei primi due Cd registrati dal gruppo (un terzo uscirà l’anno prossimo), hanno fatto da cornice a una presentazione piena di aneddoti.

Una vita in un libro

Milanese di nascita e bustocco di formazione, Massimo Pedrani, classe 1954, risiede a Melide, nel Canton Ticino dove ha sede la sua impresa farmaceutica che sviluppa progetti di ricerca per le principali aziende internazionali che si occupano di medicinali. «È proprio in questo parallelismo fra lavoro e impegno artistico che ho sviluppato la mia vocazione di cantastorie – rivela “Mamo” Pedrani – cercando di pormi in maniera intensa nella scoperta delle emozioni, immergendomi nel meraviglioso viaggio fra sentimenti, amori e amicizie che ciascuno di noi compie, fino a scoprire che non esiste miglior farmaco della musica». Il titolo del libro ha per lui un alto valore simbolico: «Il Wapiti è un grosso cervide che vive soprattutto in Canada. Per gli indiani d’America questo animale simboleggia la vocazione alla sfida, affrontata unendo la forza alla consapevolezza dei propri limiti, a cui sopperisce dando vigore al sentimento della fratellanza» .

«La storia di Pedrani – aggiunge il coautore Marco Linari – contiene l’essenza di cosa vuol dire porsi con coraggio davanti alla vita, senza farsi limitare da paure, senza mai rinunciare ad inseguire i propri sogni, mettendoci sia la determinazione che un pizzico di incoscienza».

“La banda”

Sul palco del Museo del Tessile è salito quasi tutto il nucleo storico della Mamo’s Band, a cominciare dal maestro Gigi Marrese che è da sempre il direttore artistico del complesso in cui Pedrani è compositore, bassista e voce. Con loro e Luca Marino, anche le voci di Arianna Bruno e Irene Serra, il tastierista Fabio Agatea, il batterista Angelo Corvino, il flautista e fisarmonicista Christian Tassi e le violiniste (e sorelle) Letizia e Beatrice Guido. Ospiti speciali Marco D’Errico, Antonio Nicoletta e Claudio Borroni. In sala c’era anche Alessandro Munari, avvocato e presidente del B.A. Film Festival: amico di lunga data di “Mamo”, il quale più di vent’anni fa lo convinse a tornare a fare musica assieme al suo complesso dei “Rinvio a Giudizio”.

busto arsizio mamo pedrani – MALPENSA24