Mariani su Accam: «Basta farse. L’ingresso dei privati in società è l’unica soluzione»

busto valerio mariani

BUSTO ARSIZIO – «Adesso Basta. Su Accam si abbia il coraggio di aprire ai privati. E’ evidente che non c’è soluzione e se le cose continueranno a restare così ci saranno solo e sempre problemi. Invece servirebbero programmazione, investimenti e certezze». Valerio Mariani, esponente del Partito democratico e presidente del consiglio comunale di Busto lo dice a chiare lettere: «Se si va avanti così, la questione dell’inceneritore non troverà mai una soluzione. E anche questa richiesta di proroga al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha poco senso. L’ho già detto in altre occasioni e lo ripeto ora, dopo l’ultima infruttuosa assemblea dei soci, basta inseguire minoranze rumorose».

Serve un atto di coraggio

E dura la presa di posizione di Valerio Mariani, che su Accam ha già avuto modo qualche consiglio comunale fa di mettere nero su bianco il suo pensiero riguardo all’impianto di Borsano e alla società che lo gestisce. «E ora, a distanza di qualche mese sono ancor più convinto che così non si va da nessuna parte – dice – Credo che a questo punto si debba avere il coraggio di fare entrare in società i privati. Accam è una risorsa, un patrimonio e ha un ruolo strategico sul delicato tema rifiuti. L’impianto ha bisogno di investimenti importanti. Che le amministrazioni non possono garantire. E anziché fare l’unica cosa necessaria si continua a fare melina sul tema. Si preferisce continuare a rinviare i problemi anziché mettere in campo soluzioni».

Il caos dei contratti di servizio

Soluzione che per Mariani a questo punto appare quasi scontata. Ovvero cedere una parte di quote a operatori privati: «Non sarebbe un dramma e nemmeno l’unico esempio. E non ci sarebbe nemmeno il timore di perdere il controllo pubblico poiché i Comuni potrebbero continuare a mantenere il 51 per cento delle azioni». E ancora: «Del resto è l’unica alternativa al caos che regna ogni volta che di mezzo c’è l’inceneritore. Basti pensare quanto accaduto dopo l’ultima assemblea. Da un lato c’è la richiesta di proroga, dall’altro sindaci e amministratori sono preoccupati poiché pare che i contratti di servizi approvati dai Comuni non siano a norma con quanto prevede la legge. E se così fosse bisognerà rivederli tutti. Compreso quello di Busto. Direi che di queste situazioni, a questo punto, ne possiamo davvero fare a meno».

 

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