MILANO – Sei persone sono state arrestate a Milano dalla polizia di Stato con l’accusa di essere collegati ad un gruppo criminale specializzato nello spaccio di cocaina nella zona sud ovest di Milano, in esecuzione di ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Milano. L’inchiesta, coordinata dal pm della Dda di Milano Alessandra Dolci e dalla collega Silvia Bonardi, ha fatto emergere come i sei indagati, cinque italiani e un albanese, riuscissero a smerciare circa 5 chili di cocaina al mese, utilizzando un taxi, per rifornire due grosse piazze milanesi.
Spaccio in taxi
A gestire la banda, a quanto emerso, erano due fratelli, i quali si muovevano in particolare tra Cesano Boscone e il Giambellino. Grazie alle indagini della squadra mobile di Milano, è stato possibile ricostruire il modus operandi ben definito del gruppo, nel quale ognuno operava secondo un ruolo ben preciso, con una minuziosa definizione dei luoghi di stoccaggio della droga e un metodo super collaudato per le consegne ai vari acquirenti.
Il primo arresto ad aprile
A far partire la macchina investigativa, lo scorso 2 aprile, è stato l’arresto di un altro degli appartenenti al gruppo criminale, fermato dalla polizia con 750 grammi di polvere bianca purissima, appena staccati da un panetto evidentemente più cospicuo, poco prima che entrasse in un bar in zona Cesano Boscone. L’uomo era a bordo di un taxi, il cui conducente, secondo gli inquirenti, ha avuto nella vicenda il ruolo di collaboratore alle cessioni.
Il tassista di fiducia
Per non destare sospetti infatti, successivamente gli investigatori hanno cristallizzato il fatto che, per gli spostamenti, gli spacciatori scegliessero di spostarsi sempre usufruendo dei servizi dello stesso tassista che, oggi, è stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari. In quattro sono invece finiti in carcere, mentre uno dovrà presentarsi alla polizia giudiziaria.
Arresti e sequestri
Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari sono state eseguite perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati che hanno consentito di sequestrare 30 grammi di cocaina e 5mila euro ad uno dei destinatari della misura cautelare.
