In 597 percepivano reddito di cittadinanza senza diritto. Danno per oltre 2 milioni

vanzaghello truffa reddito cittadinanza

MILANO – Erano riusciti a mettere in piedi un giro di redditi di cittadinanza nella città di Milano, grazie alla collaborazione di alcuni commercianti. A “far girare il sistema” era un cittadino bengalese, arrestato nel dicembre 2022, insieme ad altri due titolari di attività che, in cambio di una percentuale, facevano spendere i soldi illecitamente ottenuti da 597 persone, tutti stranieri e perlopiù somali, con il sussidio nei loro negozi o ristoranti.

Ora i carabinieri del Nucleo Tutela del Lavoro di Milano hanno chiuso le indagini.

La “fiaba” dei redditi necessari

Era titolare di una attività di “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, il bengalese ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, arrestato alla fine dello scorso anno.

Le indagini, avviate nel mese di febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, erano partite da attività di monitoraggio del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza, in sinergia con l’INPS. Così i Carabinieri hanno individuato numerosi cittadini di origine somala, i quali percepivano il reddito di cittadinanza senza possederne i requisiti. Si è poi accertato, attraverso una minuziosa analisi dei flussi finanziari, che questi effettuavano anomali e ricorrenti acquisti con la carta del reddito di cittadinanza presso tre esercizi commerciali di Milano e in particolare un “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un ristorante (Kebap).

Gli ulteriori approfondimenti investigativi effettuati a carico dei gestori degli esercizi commerciali, condotti anche attraverso l’esame di tabulati telefonici e le intercettazioni, hanno permesso di acclarare che i tre esercenti avrebbero consentito, a partire dall’ottobre 2020, di monetizzare il beneficio economico del Reddito di Cittadinanza concesso a cittadini di origine prevalentemente somala privi dei requisiti, i quali gli versavano l’intero credito della carta mediante versamenti senza causa tramite POS ovvero attraverso pagamenti di utenze intestate agli esercenti, così riuscendo a nascondere la provenienza illecita del denaro. In cambio l’esercente consegnava loro somme in contanti, trattenendo su ogni transazione eseguita una percentuale variabile dal 10% al 15%.

Centinaia di truffatori dello Stato

L’analisi sui flussi finanziari ha permesso di accertare che il negozio di telefonia, rispetto all’anno precedente all’istituzione del Reddito di Cittadinanza, aveva registrato un incremento delle transazioni POS pari a +215.000 euro passando da un incasso mensile di 1.460 euro a circa 23.450 euro. Inoltre l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari dal 01/01/2021 al 09/06/2022 ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 4.436,73 euro ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 179.806,74 euro. Il ristorante dal 28/11/2020 al 09/05/2021 ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 33.424,42, ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 92.832,75 euro. Dunque, rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza, le attività economica in questione, hanno fatto registrare un incremento abnorme delle transazioni POS non giustificate con l’acquisto di beni di prima necessità.

L’identificazione dei percettori illeciti

Oltre 630 persone, nel periodo di tempo interessato dalle indagini, hanno effettuato acquisti con reddito di cittadinanza presso i tre esercizi commerciali, di cui 597 individuate quali indebiti percettori, tutte denunciate presso 14 Procure della Repubblica (Milano, Cosenza, Bergamo, Napoli, Roma, Brescia, Como, Torino, Lodi, Siracusa, Trapani, Monza, Lecce e Genova) per i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC (art. 7 L. D.L. 4/2019) e di truffa aggravata (art. 640 bis c.p.).

Oltre cinquecento cittadini stranieri denunciati

Tutti sono extracomunitari ed in particolare, il 90% di nazionalità somala. I restanti 36 soggetti, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio che è stato immediatamente sospeso. Ammonta a circa 413.000,00 euro la somma di denaro riciclata dagli esercenti, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati viene quantificata in 2.374.000,00 Euro. Due dei tre titolari delle attività commerciali che monetizzavano il sussidio, sono stati denunciati anche per riciclaggio continuato, sottoposti a perquisizione locale e personale con conseguente sequestro della somma in contanti di 40.000,00 euro considerato profitto del reato, mentre il terzo, cittadino bengalese titolare dell’attività di “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, è stato condannato per applicazione di pena su richiesta delle parti dal Gip del Tribunale di Milano alla pena della reclusione di anni 2 e mesi 6 e della confisca di 20.800 euro pari al profitto del reato di riciclaggio commesso.

reddito cittadinanza inchiesta – MALPENSA24