Derby Milano-Varese: è record stagionale in tv e al Forum. Esplode la guerra Fip-LBA

Milano Varese LBA TV

VARESE – La Lega Basket ha reso noti i numeri del derby di Santo Stefano tra Olimpia Milano e Openjobmetis Varese. Anche se la partita non è stato molto spettacolare (troppa la superiorità dei milanesi, almeno in questo momento), il match è stato da record per gli ascolti in tv e per presenze al Mediolanum Forum. Nel frattempo il presidente della Fip Gianni Petrucci ha lanciato la sua (ennesima) intemerata contro il massimo esponente LBA Umberto Gandini. Per parafrasare Ennio Flaiano “la situazione del basket in Italia è molto grave, ma purtuttavia non è seria”.

I numeri degli spettatori al Forum e davanti alla tv

Lo storico derby lombardo EA7 Emporio Armani Milano-Openjobmetis Varese ha fatto centro. Almeno dal punto di vista dei numeri. Quasi 10.000 spettatori erano presenti al Forum di Assago (per la precisione 9.979), con larghissima rappresentanza ospite (si dice oltre 1.500 tifosi da Varese). Davanti alla tv, sul canale in chiaro Nove, sono stati 145.000 gli spettatori, con uno share dello 0.9% della fascia pre-serale dominata da L’Eredità sui Rai 1 (quasi 3 milioni). Il basket finisce anche dietro a 4 Ristoranti su Tv8, ma è comunque record stagionale (Milano-Brescia alla prima giornata, sempre su Nove, fu vista da 117.000 spettatori). Il dato negativo di ascolti ha scatenato l’intemerata di Gianni Petrucci contro la Lega Basket serie A. O meglio, gliene ha fornito il pretesto.

Petrucci contro Gandini. Seguirà dibattito

In una intervista rilasciata ad Andrea Barocci sul Corriere dello Sport, il presidente della Fip Gianni Petrucci ha affondato il colpo contro la Lega Basket serie A guidata dal manager varesino Umberto Gandini. In realtà l’aperitivo era stato già servito un paio di settimane orsono. Questa mattina, giovedì 29 dicembre, l’affondo. Intemerate come La Lega nasce per produrre ricchezza: l’ha prodotta? Non voglio valutare le scelte, ma esprimo perplessità per i risultati conseguiti. Mi riferisco all’immagine del nostro campionato, che appunto non produce ricchezza. C’è scontentezza (si riferisce ai club, ndr) in merito. E ancora Investiremo sulla comunicazione: la Lega ha solo i diritti televisivi, tutto il resto è della FIP. Le avevamo lasciato altre funzioni, adesso ce le riprenderemo.E da ultimo (?). Ci sarà una maggiore presenza del marchio FIP sul campionato. E visto che la convenzione con la LBA è già scaduta, dalla prossima annata faremo in modo di far sapere ufficialmente che il campionato è della Federazione, riprendendoci una parte dei compiti.

I spettacolari anni ’80 e la nostalgia di un passato che non c’è più

La sensazione è che Gianni Petrucci governi la Federazione con il torcicollo, più precisamente agli spettacolari anni ’80, quando a presidente della Lega Basket c’era Gianni De Michelis. Grazie alle sponde politiche e, di conseguenza, alla visibilità su mamma Rai, il prodotto-pallacanestro esplose. Sponsor, investitori (basti ricordare i Benetton e il gruppo Ferruzzi), budget faraonici, spese pazze, il mito della partita del sabato pomeriggio su Rai 2, la costruzione di nuovi palasport (Livorno, Pesaro…). Un traino micidiale, qualunque fosse l’idea politica, non necessariamente allineata a quella del Partito Socialista Italiano cui apparteneva De Michelis. Gianni Petrucci vorrebbe ritornare a quegli anni, che però sono passati come l’acqua sotto i ponti. Invoca le dirette sulla tv in chiaro, ma il popolo del basket è oggettivamente un popolo di nicchia. E, a differenza del calcio, le società non campano neanche sui proventi dei diritti tv (Luca Baraldi, amministratore delegato della Virtus Segafredo Bologna, ebbe a dire “con i diritti non ci paghiamo nemmeno il pullman, per l’andata”). E’ vero, l’Italbasket genera discreti ascolti televisivi, ma probabilmente è il “prodotto azzurro” a trainare, non tanto il fascino dello sport della spicchia tricolore.

Il basket e le sfide del presente e del futuro

Obiettivo numero uno di Umberto Gandini era riportare gli spettatori nei palasport, soprattutto dopo la bufera Covid che ha imposto interruzione di campionati e stagioni a porte chiuse. Guardando i riscontri (4.650 spettatori di media nella giornata di Santo Stefano) dati assolutamente confortanti. Più difficile la promozione del basket in tv. Dai tempi di Gianni De Michelis è cambiato il mondo. I giovani sono attratti dalla Nba, non dalla pallacanestro italiana (che oggettivamente ha perso competitività in Europa). Conoscono tutto di Luka Doncic, non di Nicolò Melli. Purtroppo. E’ più facile che un ragazzo venga a palazzo per vedere dal vivo lo sport praticato da Lebron James piuttosto che perché folgorato sulla via di Damasco dalla LBA o dall’Eurolega. E’ un dato di fatto. Certo, ci sono poi i campanili. E meno male. Varese ne è l’esempio, soprattutto per i tifosi storici. Così come ci sono i praticanti del minibasket e dei settori giovanili, che trascinano in tribuna mamma e papà. E poi, ma potremmo continuare a lungo, le nuove tecnologie. Basta con i tv color piazzati in salotto, oggi i giovani guardano i contenuti sui supporti mobili come gli smartphone, possibilmente solo come highlights perché la curva dell’attenzione è drasticamente crollata. Questa è la realtà con cui deve fare i conti il basket del presente e del futuro. Non certo torcendo il collo verso gli anni ’80 o con prove muscolari dei suoi vertici per imporre una realtà che non c’è più. O per nuove sfide di potere, a libera interpretazione.

Milano Varese LBA TV – MALPENSA24