Milesi, che sfortuna! Si rompe la mandibola dopo la settimana in Vallonia

ciclismo milesi incidente
Lorenzo Milesi

Non ha nemmeno avuto il tempo di godersi le ottime prestazioni della settimana precedente che Lorenzo Milesi si è visto costretto a fermarsi ai box. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, il giovane atleta del Team DSM è stato investito da un auto mentre si allenava in Olanda, riportando la frattura della mandibola e la rottura di alcuni denti. Come ci ha confermato lui stesso, però, è ancora presto per avere i tempi di recupero esatti. 

Coincidenza vuole che lo avessimo sentito proprio qualche ora prima del suo sfortunato incidente, per fare il punto della situazione dopo le grandi prestazioni offerte a Le Tryptique des Monts et Châteaux in Vallonia, con la sua prima vittoria in carriera in una corsa in linea. Il 20enne di San Pellegrino Terme, infatti, ha preso in mano la bici da corsa solamente a 16 anni, da secondo anno allievo, e, pur dimostrando di avere un motore non indifferente, le vittorie da junior erano arrivate solo a cronometro, compreso il titolo nazionale nel 2020. L’anno scorso, all’esordio da U23, aveva fatto capire di avere numeri sopra la media in maglia Beltrami TSA e la cosa non è sfuggita al Team DSM, che lo ha inserito nel suo vivaio dopo aver perso il coetaneo Gianmarco Garofoli.

Nella corsa a tappe vallona della scorsa settimana, una delle gare a tappe più importanti a livello di U23, aveva già dato segnali molto positivi. Nella prima tappa, il bergamasco ha capito cosa vuol dire vincere una corsa in linea: «Sapevo di essere in forma, ma vincere è tutt’altra storia – ha raccontato a tuttobiciweb Milesi, che era l’unico italiano in gara insieme al compagno di squadra Lorenzo Ursella, che si è però ritirato dopo la prima tappa -. Il primo giorno sono entrato in una fuga di dieci corridori a circa 60 km dall’arrivo, tutti nomi abbastanza importanti, e con loro siamo riusciti ad arrivare a giocarci la vittoria nell’ultimo strappo del Mont Saint Aubert, lungo circa 1500 metri. Negli ultimi 10 km ho cominciato a sentire un accenno di crampi, motivo per cui ho capito che per avere qualche chance di vittoria dovevo per forza provare ad anticipare la salita. Dopo una serie di scatti sono riuscito ad avvantaggiarmi ai meno 4 km; ho affrontato tutto lo strappo in piedi, perché se mi fossi seduto sarei stato divorato dai crampi, e proprio perché ero sui pedali ho sbagliato l’ultima curva sul lastricato, rischiando di venire rimontato dal norvegese Fredheim della Uno-X. Non ho avuto nemmeno la forza di esultare, ho lanciato la bici per terra e mi sono disteso in preda ai crampi su tutte le gambe. Quando sei lì a giocarti la vittoria riesci sempre a tirare fuori energie che non sai di avere».

Due giorni dopo si è ripetuto a cronometro, specialità in cui aveva già dimostrato di possedere della qualità, anticipando due dei maggiori talenti a livello internazionale, Alec Segaert (Lotto Soudal) e Per Strand Hagenes (Jumbo-Visma) in una prova di 14,2 km: «Nella seconda tappa purtroppo ho perso la maglia e la possibilità di fare bene in classifica generale a causa di una foratura sul pavè in un momento delicato e poi i ventagli l’hanno resa ancora più selettiva. La gamba però girava benissimo e l’ho dimostrato nella cronometro del terzo giorno. Se mi fanno lavorare tanto a crono? In realtà la bici da crono mi era arrivata solamente due giorni prima della corsa, quindi non avevo avuto modo di allenarmi più di tanto…».

Lorenzo sembra essersi adattato bene al metodo altamente programmatico della DSM: «Qui si sta bene, non manca nulla, sono super preparati e professionali. Giusto la prima settimana è stata complicata, perché comunque arrivavo in un ambiente nuovo, con una lingua e compagni nuovi, che già si conoscevano e parlavano di gare che io non avevo mai fatto prima. Garofoli aveva fatto fatica ad ambientarsi? Ci siamo incrociati in Nazionale e ci siamo confrontati. Abbiamo caratteri abbastanza diversi, quindi ci sta che uno si trovi meglio da una parte e uno da un’altra».

In questa prima metà di stagione Milesi è stato perlopiù in Olanda ed è rientrato in Italia giusto per correre tra i professionisti Milano-Torino e Per Sempre Alfredo. «Non è stata un’esperienza banale coi prof, perché alla Per Sempre Alfredo son stato in fuga solitaria per 60 km – ha spiegato ancora Lorenzo, che prima di passare al ciclismo giocava a calcio come terzino -. Una bella sofferenza, non mi sarebbe dispiaciuto avere qualche compagno d’attacco». Senza l’infortunio l’avremmo visto al via di Liegi-Bastogne-Liegi U23 e poi il Tour de Bretagne, ma a questo punto il suo calendario sarà da rimodulare.

In Olanda non ci sono le grandi salite, motivo per cui l’atleta bergamasco si stava allenando molto su strappi e pavé, pur riconoscendo che le sue caratteristiche sono più da passista scalatore, quindi salite lunghe e cronometro: «Sinceramente non so che tipo di corridore posso diventare, per il momento vivo alla giornata, poi si vedrà. Ho il mirino sul Giro d’Italia U23 quest’anno, magari potrà dirmi qualcosa in più da questo punto di vista. L’obiettivo? Facile, continuare a vincere».

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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