Molestie sul lavoro e vita in carcere, l’anima sociale del Baff è da sold out

BUSTO ARSIZIO – Il corto di Terziario Donna di Confcommercio sul tema delle molestie sul lavoro al teatro Sociale e il docufilm sulla vita nelle carceri di Busto Arsizio (quelle vecchie di via Borroni e l’attuale casa circondariale di via per Cassano) in sala Tramogge ai Molini Marzoli. Tanti punti in comune per questo cinema dall’anima sociale, a partire da quello forse più significativo e sicuramente più gratificante: hanno riempito le platee delle rispettive sale. E si è rivelata n’altra scelta azzeccata per il BAFF 2023 quella di inserire nel proprio programma questi prodotti genuinamente “made in Busto”.

Il corto di Terziario Donna

Noemi Bertoldi nel corto “Le Dita”

Il corto sulle molestie sul lavoro, intitolato “Le Dita”, è una produzione dell’Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni, che vede due sue ex allieve nei ruoli chiave: la regista Viola Folador e l’attrice protagonista Noemi Bertoldi, recentemente salita alla ribalta delle cronache per il suo ruolo nel successo ai botteghini del film “L’ultima notte di Amore”, con Pierfrancesco Favino e con Francesco Di Leva, premiato alla serata inaugurale del festival. Quella al Sociale ieri mattina, 17 aprile, è stata una nuova tappa del roadshow con cui Terziario Donna, la categoria di Confcommercio presieduta dalla bustocca Cristina Riganti, vuole portare il corto di fronte ai ragazzi delle scuole superiori, che hanno affollato la platea del teatro. Dopo la proiezione, il dibattito moderato dalla giornalista e scrittrice Laura Campiglio ha visto come protagonisti, con Viola Folador e Noemi Bertoldi, l’altro attore del corto Riccardo Magherini (che recitava la parte del molestatore), ma anche il presidente del Baff Alessandro Munari, la giudice Nicoletta Guerrero e la psicoterapeuta Alessandra Gabrielli, dopo l’introduzione dell’assessore alle politiche educative Daniela Cerana. Le molestie sul lavoro riguardano «1,4 milioni di donne», ha sottolineato Carla Mammone di Aifos (Associazione italiana formatori e operatori della sicurezza sul lavoro) leggendo la lettera di Sofia, un’imprenditrice che racconta la sua personale esperienza di molestie in azienda. «Abbiamo avuto molti processi su vicende simili, più nella scuola e nei rapporti personali che sul lavoro – ammette il giudice Guerrero – il confine tra avances e molestia, come quello tra corteggiamento e stalking, è molto labile». Ed è quel confine che il corto, che racconta i primi approcci di una potenziale molestia, ha voluto accentuare: «Abbiamo lavorato su quel sottile “poteva andare peggio” per far capire che è un problema che si può prendere in anticipo».

Il docufilm sulle carceri

Pienone anche ai Molini Marzoli, dove ieri sera, 17 aprile, è stato presentato in anteprima il docufilm “Il passato del presente” di Clemente Pollastro e Arnaldo Boniello nato da un’idea di Rossella Panaro, comandante della Polizia penitenziaria del carcere di Busto Arsizio. Uno spaccato della vita in carcere, che spazia dalle vecchie carceri asburgiche di via Borroni, attive fino ai primi anni ’80 e ora in attesa di riqualificazione – «un pezzo di storia della città» come ricordato dal direttore del carcere di Busto Orazio Sorrentini – all’attuale Casa circondariale di via per Cassano, con gli agenti della Polpen che si sono prestati come attori, curiosamente anche nei ruoli di detenuti. Un grande applauso finale ha accolto la proiezione. In prima fila tante autorità, a partire dal Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e dal comandante provinciale dei Carabinieri Gianluca Piasentin, oltre al primo dirigente della Polizia di Stato di Busto Franco Novati, al comandante della Guardia di Finanza di Busto Daniele Marra e al capitano dei Carabinieri di Busto Annamaria Putortì, fino ai rappresentanti dell’amministrazione comunale, il sindaco Emanuele Antonelli, la vicesindaco Manuela Maffioli e l’assessore alla sicurezza Salvatore Loschiavo.

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