Ecco perchè non è colpa di Mourinho e Sarri

Mourinho il provocatore "gasato dal rumore dei nemici

Erano i più attesi, ma alla fine dei conti sono i due allenatori con il rendimento più deludente della SerieA, nel rapporto alle aspettative di inizio stagione. Mourinho e Sarri sono finiti egualmente nel mirino della critica per come stanno conducendo la stagione di Roma e Lazio. Non un granchè oggettivamente. A maggior ragione dopo le due brutte eliminazioni contro Inter e Milan. Partite totalmente dominate dalle avversarie, soprattutto dal Milan che mercoledì sera ha regalato spettacolo a San Siro. Sono i responsabili principali delle debacle di Roma e Lazio? Secondo me no. Quando le cose vanno male è chiaro che non c’è un solo responsabile: le criticità vanno ricercate in più settori del club. Sia per Sarri che per Mourinho, a mio avviso, il problema principale è legato soprattutto alla pochezza delle due rose. Entrambe per motivi diversi non congeniali alle idee e alle aspettative dei due tecnici. La rosa di Mourinho, opinione personale, non ha la resistenza nervosa adeguata. Non recepisce le scosse elettriche lanciate dal proprio allenatore: è come se si trovassero su piani diversi. Come se parlassero linguaggi diversi con i giocatori sintonizzati su frequenze differenti da quelle del mister. Non è il suo gruppo dal punto di vista dell’identità caratteriale, sembra quasi non riconoscersi nella personalità dei propri giocatori. Lo aveva detto qualche settimana fa anche a chiare lettere: “Non sono io a dovermi abbassare al vostro livello, ma voi innalzare il vostro per raggiungermi”. Una frase che apparentemente poteva suonare come un inno alla spocchia, ma che invece racchiude perfettamente a mio avviso l’insofferenza verso il gruppo di “bravi ragazzi” con pochissima personalità e con zero leadership. E’ totalmente privo di responsabilità? Ovviamente no. Se la Roma più volte ha manifestato grossi problemi di organizzazione è chiaro che anche l’allenatore dovrà risponderne, ma la pochezza tecnica e ancor di più caratteriale che lo circondano superano i limiti di addestramento che si sono manifestati soprattutto contro squadre più attrezzate, collaudate da più tempo, equipaggiate o semplicemente più forti. E’ una squadra zeppa di lacune: manca un grande difensore centrale, un terzino destro affidabile, uno a sinistra, almeno fino a che non rientrerà Spinazzola, un mediano e un regista oltre ad alternative significative in attacco. Penuria manifesta. Sarri vive una situazione opposta. Anche lui secondo me è il minore dei responsabili in casa Lazio. Da addestratore di campo, ma non da fine comunicatore, Sarri sta pagando le incongruenze tecniche del gruppo. Una squadra collaudata con la difesa a tre per anni e senza un regista palleggiatore è come se si muovesse su un terreno oscuro: Sarri sta insegnando un calcio che tecnicamente non riesce a essere assimilato da interpreti non coerenti con i propri principi. E’ ancora figlia di Simone Inzaghi e non è facile sgomberare certi equivoci tecnici in un gruppo con il Dna codificato da troppi anni su certi schemi mentali. Paragonare il lavoro di Sarri con quello di ultimo periodo di Inzaghi non ha senso: lì si era costruito un percorso, qua invece è solo l’inizio di un sentiero. Vale per Mourinho e vale per Sarri: serve tempo e pazienza. Ma soprattutto servono a entrambi molti innesti dal mercato: gente di spessore tecnico per Sarri, calciatori con gli attributi per Mourinho. Semplicemente atleti che rispondano alle loro richieste, ai loro principi, alle loro idee di calcio. Quando si riconosceranno perfettamente nel loro gruppo squadra le cose andranno decisamente meglio.

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