Né con Putin né con la Nato. E’ giusto?

lodi putin nato

Caro direttore e vecchio amico,
trovo surreali i motivi della manifestazione romana contro la guerra in Ucraina. I partecipanti lasciano supporre che la pace è più importante di tutto, perfino della libertà. E che se la Russia ha invaso l’Ucraina, al modo feroce sotto gli occhi di tutti, la colpa è anche dell’Occidente, dei suoi sbagli, affari, egoismi eccetera. Analisi in parte vera, ma privilegiarne il valore rispetto all’avanzata sanguinaria di tank, bombe, missili – e di conseguenza obiettare all’invio di armi a Kiev – che spazio lascia agli aggrediti per una tregua, se non per un accordo, con gli aggressori? Quale modo? A quale prezzo?

Questa sostanziale neutralità (né né) ricorda cupamente quella tra Brigate rosse e Stato, al tempo del nostro sciagurato terrorismo. Per non dire di quanto accadde nel ‘38, allorché si permise alla Germania d’annettersi i Sudeti, nella certezza che il “tirarsi fuori” avrebbe placato la fame espansionistica hitleriana. Con il conosciuto, spaventoso esito. 

Caro direttore e vecchio amico, io penso che il “né con Putin né con la Nato” apra un altro conflitto: con la storia, l’intelligenza, la politica intesa nel suo più alto significato. Nella sua missione. Aiutare in concreto la resistenza di Zelensky non è vano. È invece il modo di far crescere all’attenzione del mondo – specialmente cinese indiano pakistano, oggi spettatore freddo/interessato della tragedia – le responsabilità di Putin.

A meno che non si dia per acquisito il silenzio sull’espansionismo russo, con l’accettazione fin dal lugubre presente delle Ucraine 2.0 e 3.0 e 4.0 del prossimo futuro. Ovvero affiancando la descalation morale all’escalation bellica. Ergo: sostanziale abbandono dei poveretti di laggiù al loro destino.

 Caro direttore e vecchio amico, mi rode una domanda: qui in Occidente siamo invasi – lucidamente consenzienti o a nostra insaputa – da questo demone, che fa torto alla ragione? 

Massimo Lodi
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Caro Massimo e vecchio amico,
non ho molto da aggiungere alle tue considerazioni. Chi dice che non si risponde alla guerra con la guerra può anche avere ragione in linea di principio; poi c’è la realtà dei fatti. Dalla quale si desume che non si può lasciare solo un popolo che la guerra non l’ha voluta e la pace ce l’aveva già. Questo, al di là dei veri o presunti errori dell’Occidente, che oggi vengono utilizzati da alcuni per giustificare l’ingiustificabile, cioè la proditoria aggressione di una nazione sovrana e le terribili violenze dello zar del Cremlino.

In ultima analisi, come dovremmo comportarci nella malaugurata ipotesi che la Russia, dopo l’Ucraina, puntasse su altri Paesi? Dovremmo lasciarla fare in nome di un modello di pace che però cancella la libertà? (Vincenzo Coronetti)

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