Nuovo ospedale nel 2030, Busto pensa a collegarlo con metropolitana e vertiporto

Ospedale busto gallarate traffico

BUSTO ARSIZIO – Non c’è solo la fermata del treno tra le ipotesi per alleggerire il traffico sul Sempione generato dal nuovo ospedale che sorgerà a Beata Giuliana: nella riunione della commissione congiunta servizi sociali-territorio di stasera, 19 gennaio, sono state avanzate anche altre due ipotesi, la metropolitana leggera tra Busto, Gallarate e il nuovo sedime, e il vertiporto per i taxi volanti sul modello di quelli che verranno sperimentati per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

Prospettiva 2030

Il tema è l’avvicinamento alla scadenza delle osservazioni rapporto ambientale sul nuovo ospedale, con la nuova ipotesi progettuale della struttura da sviluppare più in altezza e meno in larghezza e lo studio sulla viabilità da realizzare per evitare il collasso del Sempione. A mettere un primo punto sulla questione è la dirigente all’urbanistica Monica Brambilla, che fissa «al 2030» la data prevista di «entrata in esercizio del nuovo ospedale». Motivo per cui risulta «difficile fare valutazioni» su quali saranno le reali esigenze di mobilità. Per ora il Comune di Busto al tavolo tecnico ha sollevato «il problema dei parcheggi esterni, che tocca l’Ite Tosi», ma anche la criticità legata alla «nuova configurazione con una minore impronta al suolo, che viene svilita dalla scelta di optare per i parcheggi a raso invece che interrati».

Il vertiporto

Lo sguardo al 2030 però apre le porte alle ipotesi più “futuriste” su come collegare la struttura alla città. L’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani butta lì come «sfida che Busto può raccogliere», quella di ipotizzare «un vertiporto», la stazione dei “droni-taxi volanti” che Sea pensa di utilizzare per collegare Malpensa e Linate al centro di Milano per le Olimpiadi del 2026. «Dopo il 2030 potrebbero essere un mezzo di mobilità futuribile».

Raddoppio Sempione? No, metropolitana leggera

L’idea di «allargare le strade e fare più parcheggi» invece non convince l’assessore alla mobilità Salvatore Loschiavo: «Sono soluzioni che non funzionano, perché incoraggiano l’uso dell’auto privata e creano colli di bottiglia. L’alternativa è puntare sul trasporto pubblico. Lancio una provocazione, che parte dal mobility manager e potrebbe andare nelle osservazioni alla Vas: dovremmo proiettarci nel futuro e pensare ad una linea di metropolitana leggera, elettrica e a guida autonoma, che colleghi Busto, Gallarate e il futuro polo ospedaliero». Ipotesi appoggiata da Lega, con Simone Orsi che parla del «tram», e da Forza Italia, con Orazio Tallarida, che invoca «uno studio di fattibilità».

«Piedi per terra»

E se dal Pd Cinzia Berutti invita piuttosto a «guardare alla specificità dell’utenza», in particolare quella anziana che si muove accompagnata in auto, e «ad un’integrazione con il territorio circostante», è dalla stessa maggioranza, Lista Antonelli, che arrivano appelli a tornare coi piedi per terra, come afferma il capogruppo Marco Lanza. Che chiede, senza ottenere risposta, «se questo ospedale poi si farà davvero». Matteo Sabba invece si concentra sui parcheggi: «Dimezzare i posti auto non è serio, non siamo su “Ritorno al Futuro” con gli hoverboard volanti».

Lo scenario alternativo

La discussione poi procede un po’ a ruota libera, con l’opposizione da una parte che insiste sul «portare all’attenzione una serie di questioni» (Maurizio Maggioni, Pd), sul «coinvolgimento delle minoranze» (Gianluca Castiglioni, BaC), e sulla possibilità di «elaborare congiuntamente delle osservazioni» (Gigi Farioli, PRL). Si dibatte anche sullo “scenario B1” del documento delle alternative progettuali, quello che valuta quella che Farioli definisce «la pseudo-alternativa del nuovo ospedale sull’attuale sedime di Busto» e che Sabba bolla come «buona solo per zittire i detrattori dell’ospedale sul nuovo sedime ed evitare che insistano. Ci sono aree vicinissime all’attuale sedime (in via Arnaldo da Brescia, zona eliporto, ndr), e non si capisce perché in uno studio serio non siano state valutate». E poi c’è Roberto Ghidotti (Lista Antonelli) che si focalizza sulla «disorganizzazione dell’attuale ospedale. Inconcepibile non mettere mano per dare un servizio di qualità».

busto arsizio nuovo ospedale – MALPENSA24