Ordinanza anti-profughi, il Comune di Gallarate perde la causa

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GALLARATE – L’ordinanza del sindaco Andrea Cassani che colpiva i centri di accoglienza per richiedenti asilo aveva un «carattere discriminatorio»: pertanto, il Comune di Gallarate dovrà risarcire le tre associazioni che avevano presentato ricorso. A stabilirlo è la decisione odierna del Tribunale di Milano, che ha imposto un risarcimento dei danni ai tre Comuni (Gallarate appunto insieme a Inzago e Cologno Monzese) rei di aver emesso ordinanze che colpivano con sanzioni amministrative i privati che gestivano centri d’accoglienza.

I fatti del 2017

Le tre associazioni che avevano presentato ricorso festeggiano, «soddisfatte per una decisione che frena un’opera di diffusione della paura alimentando l’avversione verso i richiedenti asilo». Si tratta dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, di Avvocati per niente onlus e dell’associazione Naga.
Il caso risale all’estate del 2017, quando diversi sindaci, tra cui appunto Andrea Cassani, avevano emanato ordinanze, simili tra loro, che prevedevano sanzioni per i privati che avessero messo a disposizione loro proprietà per farne luoghi di accoglienza. A seguirlo numerosi colleghi leghisti, come i sindaci di Inzago e Cologno Monzese, o Mirko Zorzo primo cittadino di Albizzate. Ordinanza che di fatto non è mai diventata effettiva dato che nel dicembre 2017 il Tar l’aveva dichiarata illegittima su ricorso della Prefettura. Ma le associazioni citate sono andate oltre presentando ricorso: ora il Comune dovrà risarcirle con una cifra simbolica di 1000 euro a favore di ognuna, insieme alla pubblicazione, come disposto dal Tribunale, del pronunciamento anche sul proprio sito web.

«Ordinanze offensive»

La decisione del giudice deriva dal fatto che le ordinanze diffondono l’idea che l’accoglienza dei richiedenti asilo possa «mettere in pericolo la salute e l’incolumità pubblica», ottenendo come conseguenza quella «di violare la dignità ed offendere le persone in ragione della loro provenienza etnica, alimentando il clima di sospetto, intimidatorio e umiliante». La notizia è arrivata ieri sera in Comune a Gallarate e verrà esaminata nel dettaglio lunedì insieme ai funzionari. Le reazioni ufficiali da parte dell’amministrazione sono dunque posticipate a tale data.

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