Orgoglio per Gallarate, il Wood entra nella guida Espresso: «Ma ora basta chiusure»

gallarate wood ristorante guida espresso

GALLARATE – «Dopo il terribile anno che abbiamo passato finalmente una buona notizia che speriamo ci faccia riprendere. Ma ora basta chiusure». Questa la reazione di Andrea Bacchi, proprietario, insieme alla moglie Lara Casta, del ristorante Wood di Gallarate, quando ha scoperto che il suo locale è stato inserito nella prestigiosa guida dell’Espresso di Enzo Vizzari.

Effetto “popolarità”

Per la prima volta il ristorante gourmet di via Montenero di Gallarate sarà incluso della guida del critico gastronomico Enzo Vizzari, con un “cappello”, simbolo appunto della qualità dei prodotti e del servizio offerto. Una visita a sorpresa di recensori in incognito che ha dato però il suo frutto. La lista è stata pubblicata il 1 giugno e già arrivano le prime prenotazioni per il Wood, che da oltre 10 anni lavora a Gallarate.

 

La classifica, disponibile gratuitamente sia nelle edicole che nelle versioni digitali è stata curata da alcuni dei miglior gastronomi e critici culinari d’Italia e racchiude poco più di 2 mila ristoranti e trattorie del paese. «In quest’anno, così pesantemente segnato per le attività enogastronomiche vogliamo invitare tutti a sostenere la fatica di questo settore», aveva dichiarato Vizzari a Repubblica.

«Non so se sia stata la guida o le riaperture, o una somma di entrambe, ma in questi giorni stiamo registrando numeri positivi e anche se siamo ancora lungi dal recuperare quello che abbiamo perso in un anno e mezzo, è un bel inizio», spiega Bacchi. Il ristoratore, così come gli altri 300 mila in Italia, ha particolarmente sofferto a causa delle restrizioni anti-contagio.

Serviva più sostegno

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Andrea Bacchi

«Il lockdown è stata una vera bastonata», dice Bacchi ripensando ai sacrifici fatti. «Gli aiuti sono arrivati, sì, e ovviamente siamo grati di averli ricevuti, ma non sono stati assolutamente abbastanza. Abbiamo dovuto mettere dipendenti in cassa integrazione e avremmo voluto, così come molti altri lavoratori del settore, una riduzione o esenzione delle tasse. Invece – denuncia il titolare – nonostante le promesse e gli annunci in pompa magna, è stato tagliato poco o niente».

 

Basta chiusure

Ma Bacchi e Casta non si sono arresi e hanno cercato di proporre alternative d’asporto, anche se per un ristorante di cucina ricercata non è così semplice. «Purtroppo per realtà come la nostra è difficile vendere d’asporto, in parte per il prezzo, in parte perché la location, il servizio e i piatti sono il nostro punto forte. Quindi siamo contenti di aver riaperto e ora speriamo solo che il futuro non ci riservi altre spiacevoli sorprese. Siamo pronti per lavorare in sicurezza».

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