Ospedale Gallarate, Delodovici: «Comitato per salvarlo». Gnocchi: «Fatti concreti»

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Da sinistra: Massimo Gnocchi e Roberto Delodovici

GALLARATE – Ospedale da salvare: «C’è una commissione sanità con tanti esperti che potrebbero dare soluzioni, la si faccia lavorare». A farsi avanti, da membro indipendente (nominato direttamente dal sindaco Cassani) della commissione speciale, è Roberto Delodovici, già assessore alla cultura all’epoca del sindaco Mucci e per trent’anni dipendente amministrativo al Sant’Antonio Abate. «L’iniziativa di Luca Ferrazzi è apprezzabile, ma andrebbe affiancata dal lavoro della commissione speciale sanità. È il luogo adatto, con tutti gli esperti che servono, per poter elaborare quelle idee e quelle soluzioni da portare alla Regione, che lo stesso Ferrazzi invoca, per garantire un futuro ai reparti del nostro ospedale».

«Fateci lavorare»

Delodovici infatti nutre «il dubbio che il, pur lodevole, tavolo politico» radunato su iniziativa del consigliere regionale della Lista Moratti corra «il rischio, da un lato, di finire per alimentare il solito scontro tra maggioranza e opposizione, con la Regione sopra a dettare legge», oppure che «partorisca l’ennesimo documento che verrà messo in un cassetto». In una parola, c’è il rischio che «alla fine non se ne ricavi un tubo» per l’ospedale. L’alternativa proposta dall’ex assessore è che «la commissione speciale sanità vada convocata, anche in modo permanente, e fatta lavorare, non tanto per seguire i progetti dell’ospedale unico e della riconversione dell’attuale ospedale, cosa che è avvenuta in tre misere riunioni che hanno certificato una situazione in fase di stallo verso l’accordo di Programma. Fossi io il sindaco – sostiene Delodovici – la farei lavorare molto di più, è composta da esperti validissimi dal punto di vista umano e professionale, tra cui ex primari che conoscono a fondo l’ospedale di Gallarate e che potrebbero dare soluzioni ai problemi di oggi, dalla cardiologia alla radiologia, che erano tra i tanti fiori all’occhiello dell’ospedale dei tempi d’oro». Non solo, la commissione «dovrebbe anche riunirsi e lavorare insieme a quella di Busto Arsizio, il cui ospedale non è in una situazione molto più rosea, e dovrà iniziare a chiedersi come farà ad accogliere i pazienti in uscita dai reparti in via di dismissione di Gallarate».

L’appello

L’appello di Roberto Delodovici punta a far sì che il “tavolo Ferrazzi” «si trasformi in un vero e proprio comitato per la salvezza dell’ospedale, aperto alla città, come a suo tempo a Somma Lombardo, quando si ipotizzava la chiusura del nosocomio, che infatti oggi è ancora vivo e vegeto». Perché l’obiettivo dev’essere quello di «difendere il nostro ospedale con le unghie e coi denti, come negli anni ’90, quando il consigliere regionale Massimo Buscemi si era battuto per mantenere l’azienda ospedaliera del Sant’Antonio Abate ed eravamo riusciti a farlo crescere, con tutti quei reparti gioiello che ora purtroppo rimpiangiamo. Oppure – ammette Delodovici – si dica chiaramente se l’intento dell’amministrazione regionale e della direzione generale è quello di chiudere l’ospedale di Gallarate in previsione della nuova struttura unica. A quel punto andremo a protestare sotto il palazzo della Regione oppure ci metteremo il cuore in pace nella prospettiva di farci curare a Busto Arsizio. Ma la gente di Gallarate non merita di andare all’ospedale e non sapere chi la cura e quando può avere le prestazioni, come successo ai pazienti della diabetologia a cui un giorno venne detto che avrebbero avuto gli esiti dei prelievi dopo 2-3 mesi».

Situazione insostenibile

Un limbo da evitare: «Tra un ospedale unico che non si vede all’orizzonte e quello di Gallarate che viene smontato un pezzo alla volta, posso dire da cittadino e da ex dipendente che la situazione è insostenibile. Ci sono fior di specialisti vicini alla pensione che sono andati via perché non ce la facevano più a tenere i ritmi. Io sono disponibile a lavorare per dare suggerimenti, aspetto che qualcuno si faccia avanti».

La nota di Gnocchi

Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo della lista civica Obiettivo Comune Gallarate, Massimo Gnocchi, con una nota che riportiamo integralmente:

Lunedì siamo stati invitati a partecipare ad una informale riunione, messa in piedi dal consigliere regionale Ferrazzi che ringraziamo, per cercare di elaborare un documento condiviso con tutte le altre forze consigliari per evitare la sostanziale imminente chiusura dell’Ospedale di Gallarate. 
Premesso che un documento non potrà mai salvare il nostro Ospedale, perché servono fatti concreti e celeri che la politica che governa avrebbe già dovuto adottare da tempo anziché seguitare a parlare dell’Ospedale unico -semmai ci sarà- come panacea di tutti i problemi sanitari, noi di certo non ci tiriamo indietro. Anche perché sulla necessaria tutela del S.Antonio Abate, a partire dalla proposizione di un referendum oltre 6 anni fa, OCG ha da sempre lavorato per sostenere l’operatività del presidio sanitario gallaratese.
Se però vogliamo far credere che un documento condiviso possa essere una strada che aiuti a riaccendere il Sant’Antonio Abate dobbiamo, per verità e trasparenza verso i cittadini tutti, far notare due cose.
La prima è che un documento esiste già: è la mozione depositata dalla minoranza un mese fa, che doveva essere discussa nel consiglio comunale di martedì, IDENTICA a quella approvata all’unanimità dall’aula lo scorso 28 Novembre 2022.
Discussione rimandata a data da destinarsi dalla maggioranza che l’ha definita assurdamente “demagogica” dopo aver perso ore a discutere di improbabili “stalli per auto elettriche” e di “surreali consigli in videoconferenza”.
La seconda è che i malati e la città non vogliono più generiche rassicurazioni verbali. Semmai si discuta e se possibile si migliori il documento già depositato, e lo si approvi celermente in consiglio comunale. Soprattutto si passi dagli annunci ai fatti per garantire a Gallarate, ed ai comuni vicini, una presenza sanitaria adeguata ed operativa anche alla luce delle ripetute vane promesse sinora ascoltate. “Nessun depauperamento dei nostro Ospedale fin che non ci sarà l’ospedale unico” abbiamo sentito raccontare. I fatti sono stati sinora ben diversi e richiedono innanzitutto l’umiltà di ammettere di avere commesso degli errori e soprattutto la saggezza di prendere decisioni complesse ma efficaci e condivise per salvare il S.Antonio Abate e con esso l’immagine e la storia di Gallarate.

Gallarate ospedale Roberto Delodovici – MALPENSA24