Il PD di Busto boccia l’area dell’ospedale unico: «Limiti oggettivi. Ragioniamo»

BUSTO ARSIZIO – Il PD di Busto boccia l’area del Sempione a Beata Giuliana per il nuovo ospedale e invita a rimettere in discussione tutta la questione. «L’area che secondo Antonelli, Cassani e altri è la scelta inevitabile – argomenta il capogruppo Maurizio Maggioni – mostra particolarità che condizionano fortemente l’esito dell’operazione “ospedale unico”, perché presenta limiti oggettivi all’applicazione dei criteri più avanzati e moderni a cui si ispirano molti
progetti recenti di nuova edilizia ospedaliera». Meglio un supplemento di confronto e ragionamento, secondo i Dem, «senza pregiudizi ostativi ma anche senza forzature», anche perché la ristrutturazione dei servizi sanitari ed ospedalieri è «indispensabile».

I numeri

Maurizio Maggioni

La bocciatura parte dai numeri, i 167mila metri quadrati di «area formata da spezzoni che si incastrano attorno all’Ite Tosi e chiusa entro stretti confini». Troppo poco rispetto ai 180mila metri quadrati «di forma rettangolare e con ampi spazi per l’espansione dell’ospedale di Legnano, che conta 520 posti letto» o ai 193mila del nuovo San Lazzaro di Padova, per non parlare dei 272mila del nuovo ospedale di Piacenza o dei 324mila della nuova Città della Salute di Novara. «La scelta di traslocare l’ospedale in siti nuovi – sottolinea Maggioni – si realizza con superfici molto estese, suscettibili di ampliamenti, corredate da ampi spazi verdi e da servizi, generalmente fuori città».

L’area del Sempione? Inadeguata

Impensabile a Beata Giuliana dove dovrebbero essere “infilati” 740 posti letto e 3200 parcheggi. Per il capogruppo PD «è evidente che aspetti qualitativi, come servizi e verde, superamento della separatezza paziente/cittadino e interno/esterno verranno persi o compromessi, e forse ciò avverrebbe anche per caratteristiche strutturali. Stante quest’area, dovremmo quindi riadattare le previsioni e ricalcolare l’intero sistema ospedaliero del territorio. Si tenga conto della riqualificazione dell’esistente, comunque necessaria».

L’opzione riqualificazione

Maggioni lo dice e non lo dice ma a Busto in fondo il PD ha sempre spinto per l’opzione San Giuseppe. Vale a dire l’edificazione di una nuova struttura all’avanguardia nelle aree adiacenti al sito dell’attuale ospedale, nel quartiere San Giuseppe appunto. Gli spazi, nell’area del parcheggio dell’eliporto, consentirebbero la realizzazione di un nuovo complesso che andrebbe ad integrarsi con i padiglioni esistenti più moderni e ristrutturati, senza sacrificare il verde di Beata Giuliana. Ma non è il momento di fughe in avanti, par di capire, e infatti Maggioni non imita i compagni di partito di Gallarate e non partecipa al “toto-area”.

Confronto «senza forzature»

Per il capogruppo del PD di Busto «è venuto il momento di ragionare in modo aperto tra amministratori, tecnici, medici e professionisti della sanità, senza pregiudizi che si oppongano all’esigenza di un profondo rinnovamento sia dei servizi che degli edifici ma avviando un processo di progressivo ed ordinato disegno senza scelte preliminari che non siano ampiamente verificate. Ci sono le condizioni per farlo senza perdere nessuna occasione ed opportunità. Nel frattempo garantiamo il funzionamento degli attuali nosocomi al meglio con opportuni investimenti di personale e di risorse. Altrimenti qualsiasi sia il nuovo futuribile ospedale, rischiamo di traslocarci un nonnulla».

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