L’INCORNATA – Da “Dolla” a “Paperumma” l’involuzione di un prodigio, ma le colpe stanno altrove

donnarumma

Un ragazzetto di 19 anni che sbaglia, seppur in maniera clamorosa, non può essere di certo l’alibi a una stagione fallimentare della propria squadra. Neppure se il “bambino” in questione guadagna 6 milioni di euro all’anno. Sì perchè il peccato originale di Gigio Donnarumma è aver tirato la cinghia oltre il limite ottenendo un contratto faraonico, più adeguato a un giocatore già fatto che non a un aspirante campione, che forse non diventerà mai un fenomeno, ma che probabilmente farà una buonissima carriera.

Da “Dollarumma” a “Paperumma”

La parabola di Donnarumma è tanto inebriante, quanto stordente. Non solo per lui, ma anche per i tifosi che fino a pochi mesi fa impazzivano per le sue parate d’autore, lo idolatravano per le uscite spericolate e anche per gli errori, bollati bonariamente come sciocchezze di gioventù. Ma dopo la firma del ricchissimo stipendio tutto è cambiato, anche nella percezione dei tifosi. Donnarumma non più eroe, ma viscido “Dollarumma”, prima, e goffo “Paperumma”, adesso dopo i letali errori di Coppa Italia contro la Juve. Una “pippa” clamorosa agli occhi dei più. Lo stesso gigante buono che occupava tutta la porta, al quale era impossibile fare gol, una sorta di mostro disumano e imperforabile tra i pali, è diventato poi per i detrattori un “armadio” lento e ingombrante. I 6 milioni di euro annui hanno modificato la sua imponenza tramutandola agli occhi dei più in goffaggine. Eppure Donnarumma sbagliava pure prima, alternando prodigi a errori osceni, ma per buona parte dell’opinione pubblica non c’era discussione di fronte al nuovo Buffon. Adesso, invece, se va bene, per gli stessi, può competere al massimo in qualche polveroso campo di periferia e i tecnici fanno a gara a vivisezionarne postura, impostazione tra i pali e addirittura posizione dei piedi. La discriminante è lo stipendio. Un’idiozia. Bollato come un cesso di portiere perchè in questo momento fa comodo a chi gestisce il Milan oscurare con il goffo gigante gli errori macroscopici fatti in sede di campagna acquisti. In un’azienda normale se un dirigente spende 230 milioni di euro per ottenere un traguardo e alla fine fallisce su tutti i fronti, minimo, viene congedato. Se poi è lo stesso che ha dato 6 milioni all’ex prodigio, sarebbe ancora più onorevole dimettersi, senza aspettare neppure la decisione della proprietà. Concentrarsi su Donnarumma è profondamente sbagliato. Pensare che sia tutta colpa di un singolo è blasfemo, anche se il “Dolla” raccatta uno stipendio da Nababbo.

Ha pur sempre 19 anni

Resta sempre un ragazzino del ’99 al quale va dato tutto il tempo di crescere, evitando che possa annegare, inghiottito dalla pressione che solo una persona più matura potrebbe gestire con brillantezza. Il terzo gol di Benatia va oltre ogni concetto di tecnica individuale, roba da dilettanti allo sbaraglio e quindi naturale conseguenza di uno scompenso psicologico normale per un ragazzino. Non siamo di fronte al nuovo Buffon, ma neanche di fronte al “pippone” che in tanti vorrebbero già pensionare, gettandolo in un cassetto come l’ultimo degli oggetti più inutili di questo mondo.

Paperumma Milan Donnarumma-MALPENSA24