Passo indietro di Maroni, a Varese si scaldano Zocchi e la leghista Bison

VARESE – E’ di ieri l’elogio a Silvio Berlusconi su Il Foglio nella rubrica “Barbari Foglianti” puntualmente firmata da Roberto Maroni. E proprio in quell’articolo Bobo, oltre a “benedire” il ritorno sulla scena del Cavaliere, chiude il suo commento con un riferimento a un nuovo predellino. E ora, a distanza di 24 ore, sempre Bobo scende dal predellino della candidatura a sindaco di Varese. Dopo averne parlato con Giancarlo Giorgetti. E ora?

Il passo indietro

Il passo indietro di Roberto Maroni apre, almeno sul tavolo politico varesino, uno scenario completamente nuovo. Il primo dato da porre in evidenza è che il centrodestra, nella città capoluogo, si ritrova a tre mesi dalle elezioni senza un candidato sindaco. E con i motori dei partiti di coalizione ancora fermi. Già, perché se si escludono le uscite a macchia di leopardo nei quartieri della Lega, gli aperitivi ristretti di Fratelli d’Italia e l’annuncio dell’inizio di campagna elettorale di Forza Italia, la realtà dice che le forze della coalizione varesina fino ad ora non si sono mosse. Come se fossero nell’attesa di avere certezze (per il sì o per il no) sulla candidatura Maroni. Insomma tutti erano pronti a sostenere Maroni, ma forse nessuno credeva fino in fondo che la sua candidatura sarebbe arrivata in porto.

Il Piano B

E ora salta fuori dal cassetto il Piano B. Che in molti hanno definito inesistente (ma del resto non si poteva fare altrimenti), ma che in realtà è stato abbozzato. Anzi, i ben informati sono pronti a scommettere che di Piano B ve ne sia più di uno. A seconda di quale cassetto si apra.

Stando così le cose, o meglio se le cose stessero come delineate dal provinciale, la partita della successione a Maroni potrebbe essere già chiusa. Ovvero, il passo indietro di Bobo libera una casella sulle tre grandi città che potrebbe venire colorata con la bandiera di Forza Italia. Se così fosse il centrodestra troverebbe di colpo un equilibrio perfetto e fino a pochi giorni fa irraggiungibile: un forzista a Varese, un leghista (Andrea Cassani) a Gallarate e un Fratello (Emanuele Antonelli) a Busto.

Semplice no? Tutt’altro. Primo perché Forza Italia non conta in città nomi di un peso tale da poter essere candidati  a sindaco. Secondo perché la partita degli azzurri è più politica che di nomi e cognomi. In due parole: i berluscones devono sopravvivere, dare vita a un polo di centro liberale e moderato e capire quale sia il reale valore dopo tutti i travagli di questi mesi. Un nome però c’è. Ed è quello di Luigi Zocchi, già parlamentare leghista poi passato in quota berlusconiana. E che potrebbe mettere d’accordo un po’ tutti.

Il piano B…ison

Ma sotto sotto tornano a crescere le azioni di Barbara Bison, leghista e candidata a sindaco proprio a Varese prima della discesa in campo dell’ex ministro dell’Interno. Certo, convincere Barbara Bison a rimettersi in pista, con qualche mese perso e comunque dopo Roberto Maroni, non sarà semplice. Come semplice non sarà la partita per chiunque a questo punto guiderà il centrodestra. Una corsa in salita. Ma non è detto che dalla manica non possa saltar fuori un scalatore di razza, di quelli che negli ultimi tre chilometri sono capaci di rivoluzionare classifiche e previsioni.