PD a M5S: «No al governo tecnico, a Busto un sindaco politico». Ora primarie o divisi

BUSTO ARSIZIO – «Siamo per un’alleanza politica con un Sindaco politico per rilanciare il ruolo del centrosinistra in città e nella società». Così il segretario cittadino del PD Paolo Pedotti replica al capogruppo del Movimento 5 Stelle Luigi Genoni. Con un’ultima chiamata per le primarie di coalizione: «Liberi di proporre un governo tecnico, escludendo le primarie. Vorrà dire che il tempo per un’alleanza ampia di centrosinistra non è ancora arrivato».

Confronto o scontro?

Una nuova puntata della “telenovela” a sinistra. In campo due candidati, Amanda Ferrario per M5S-Verdi-Sinistra Italiana e Maurizio Maggioni per il PD. E due coalizioni che da giorni si rinfacciano la rottura del fronte unito contro il centrodestra, pur lasciando sempre uno spiraglio aperto per il confronto. Che però ormai sembra apertamente scontro. Il PD ricorda «i paletti imposti» dai potenziali alleati e rivendica di essersi «battuto per unire», mentre «da parte di 5Stelle e Sinistra si è lavorato per dividere, escludere». Le primarie per la scelta di chi potrebbe guidare il ticket alle elezioni sono un’ipotesi concreta, ma i Cinque Stelle la escludono. «Il PD non ha detto di no alla candidatura di Amanda Ferrario – chiarisce Paolo Pedotti – non abbiamo mai condiviso l’idea di un Sindaco tecnico o di un sindaco superpartes, abbiamo invece chiesto un profilo di un Sindaco politico che potesse incarnare il senso di un nuovo centrosinistra, che ripartisse dal basso». A questo punto la corsa separata forse è inevitabile, anche se in politica mai dire mai…

La nota del segretario PD Pedotti

Questa la nota integrale in risposta all’intervista al capogruppo M5S Luigi Genoni.

La proposta politica del PD: centrosinistra allargato
Sono passati diversi mesi da quando il Partito Democratico cittadino ha aperto al dialogo con tutte le forze politiche che si trovano in minoranza all’attuale Amministrazione di centrodestra. Dopo i primi riscontri positivi però abbiamo assistito tutti al tentativo messo in atto da alcuni interlocutori di fissare paletti sempre più stringenti a quella che doveva essere una grande alleanza di forze politiche
(partitiche e non), capace di ridiscutere il ruolo di un centrosinistra ampio nel nuovo contesto locale e globale.

I primi distinguo e gli ultimatum sul programma
Alcune formazioni politiche, come la civica Busto al Centro, hanno espresso sin dall’inizio la volontà di dialogare e di condividere alcune riflessioni con noi, ma anche di voler correre autonomamente alle prossime elezioni, scelta che abbiamo ascoltato e rispettato.
Da parte delle forze oggi riunite nella coalizione tra 5 Stelle e Sinistra abbiamo assistito invece alla volontà di un dialogo che si è però rivelato più un monologo, a tratti impositivo, specialmente nei metodi e nei contenuti. Dalla volontà di non mettere veti su nessuno – prima richiesta fatta dal Partito Democratico – siamo infatti arrivati all’imposizione dei paletti sui contenuti: no Accam, no ospedale oppure niente alleanza.

La mancanza di una visione politica ampia sulla coalizione
Insomma, mentre il PD chiedeva di condividere un’idea generale di città, fondata su mobilità sostenibile, minore consumo di suolo, recupero del patrimonio pubblico, revisione dei servizi sociosanitari e molti altri, da parte dei potenziali alleati è arrivata una nota che annunciava la costruzione di un loro percorso a cui – evidentemente – non eravamo stati invitati perché non condividevamo quei famosi paletti – no Accam e ospedale.
La differenza è fondamentale: mentre il PD si è battuto per unire, da parte di 5Stelle e Sinistra si è lavorato per dividere, escludere, caratterizzare un’idea ampia di coalizione su poche idee specifiche e di bassa portata.

Le critiche alla scelta del candidato sindaco
Quando leggiamo delle critiche da parte del capogruppo del Movimento 5 Stelle Luigi Genoni alla scelta del PD di candidare a Sindaco il prof. Maurizio Maggioni viene quasi da sorridere. Il Partito Democratico è stato l’unico partito che per mesi ha giocato con le carte scoperte, i nomi dei potenziali candidati erano sotto gli occhi di tutti e i grillini ben sapevano della preferenza del Partito verso un profilo che politicamente potesse incarnare il tentativo di alleanza ampia a cui stavamo lavorando.
Così ci siamo confrontati, come si fa in un gruppo, coinvolgendo gli iscritti tramite assemblee online e una consultazione a cui hanno partecipato ben 88 iscritti su 108. Successivamente siamo passati a discutere nel direttivo che ha fatto la scelta di Maurizio Maggioni, condividendola all’unanimità. È stato proprio grazie all’unità del partito e ai passi “di lato” di Walter Picco Bellazzi e di Valentina Verga che abbiamo potuto dare un volto politico alla nostra idea di città e di alleanza.

Un profilo politico per un’alleanza politica
Resta da chiarire un punto: il PD non ha detto di no alla candidatura di Amanda Ferrario. Il direttivo ha discusso del metodo e nel merito ritenendo che prima si dovessero chiarire a un tavolo gli intenti di questa alleanza per poi valutare quale sarebbe stato il profilo politico migliore. Non abbiamo mai condiviso l’idea di un Sindaco tecnico o di un sindaco superpartes, abbiamo invece chiesto un profilo di un Sindaco politico che potesse incarnare il senso di un nuovo centrosinistra, che ripartisse dal basso a rispondere ai bisogni e alle esigenze degli strati sociali più deboli ed emarginati della popolazione, anche a causa dell’attuale situazione pandemica globale e dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Così il PD ha preferito il politico Maggioni, impegnato nel terzo settore, a un profilo tecnico e politicamente troppo neutro per un’alleanza che avrebbe dovuto avere una chiara valenza politica.

Cosa succederà ora?
Il Partito democratico continuerà a proporre la sua idea di città e di alleanza aperta alle forze politiche e civiche che vogliono collaborare. Se Movimento 5 Stelle e Sinistra vorranno continuare a proporre un Governo tecnico per Busto, escludendo anche l’ipotesi di elezioni primarie, sono liberi di farlo. Vorrà dire che il tempo per un’alleanza ampia di centrosinistra non è ancora arrivato.

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