«L’espansione di Malpensa è una presa in giro». Pd, Verdi e M5S col fronte del No

MALPENSA – «Una presa in giro», dice la deputata di Europa Verdi, Eleonora Evi. «La salute dei cittadini e dell’ambiente deve essere la priorità. Anche se il governo dovesse comprenderlo, sarà già troppo tardi», affonda la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Elena Sironi. «Salvare la brughiera? Si può», la speranza della deputata del Partito Democratico, Lia Quartapelle. E poi ci sono le voci del territorio, fin dall’inizio in prima fila per difendere l’area verde che rischia di essere sacrificata con l’espansione della Cargo city di Malpensa. Lo riassume Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: «Ora la situazione è gravissima».

La voce dei No

Comitati, istituzioni parlamentari, esponenti della politica locale si sono riuniti oggi – 4 novembre – all’ex dogana di Tornavento, punto di ritrovo dopo la biciclettata che da Gallarate ha attraversato la brughiera per dire no all’espansione dell’area cargo fuori sedime. Soprattutto ora che l’emendamento Malpensa è passato in Parlamento per rimettere in discussione l’espansione bloccata lo scorso giugno

«Un decreto che ha intenzione di affrontare un tema come l’inquinamento atmosferico viene emendato per ampliare la Cargo city? Si pensa di poter prendere in giro così i cittadini», le parole di Evi. «Folle pensare di sacrificare le poche aree verdi rimaste del territorio in nome di un non ben precisato sviluppo del trasporto merci. Definendola un’opera di interesse strategico nazionale, invece di dare ascolto alla Via che parla chiaramente di poter agire all’interno del sedime. Si fermi tutti questo». Al punto da guardare all’Europa, «magari con un ricorso alla Corte di Giustizia per tutelare i diritti dei cittadini e difendere l’ambiente».

Così Sironi: «La tutela del territorio, la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente abbiano la priorità». Un messaggio rivolto al governo: «Se non riesce a comprenderlo, è grave. E se mai ci arriverà sarà già tardi».

Quartapelle non ha dubbi: «La brughiera è salute. Qualsiasi piano di sviluppo non vada a discapito della qualità di vita dei cittadini». E ancora: «Siamo qui per dare voce ai moltissimi cittadini, comitati e istituzioni che avanzano questa semplice richiesta».

Il territorio non si arrende

Presenti poi le “armate” del territorio, quelle che non si sono mai arrese a difesa della brughiera. Come Meggetto: «Grave mancanza di rispetto pensare che se una norma non piaccia si possa trovare uno stratagemma», ha detto. «Qui si parte da un problema reale: una follia pensare di combattere l’inquinamento atmosferico causato dal trasporto su gomma ampliando quello aereo. Tutto per mantenere una promessa assolutamente inutile, vediamo cosa possiamo fare con gli avvocati a livello europeo». A dar man forte, i sindaci dell’alto milanese e del Cor2 («Abbiamo la forza di andare avanti»). Ma anche i comitati come Unicomal e le associazioni come “Salviamo la brughiera”. Fino ai consiglieri regionali, tra cui Michela Palestra (Patto Civico): «Esistono soluzioni. Ora serve esercitare una buona politica».

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