Porisini presidente del consiglio tra franchi tiratori e tensioni nel centrodestra

 VARESE – E’ Alberto Coen Porisini il presidente del consiglio comunale. Con 18 voti a favore e 14 schede bianche. A conti fatti, l’ex rettore dell’Insubria, eletto nella lista di Praticittà, viene votato con quasi l’unanimità di voti della maggioranza. Quasi. Perché il centrodestra in apertura di seduta (oggi sabato 6 novembre) ha annunciato “scheda bianca”. E tutti hanno rispettato l’ordine di coalizione. Ma il partito degli astenuti conta due franchi tiratori (i consiglieri di minoranza sono 12) appartenenti alla maggioranza.

Il retroscena

Il primo duello politico si consuma ben prima di entrare nell’aula consigliare di palazzo Estense per l’esordio di sindaco, giunta e consiglieri. E si consuma nel centrodestra. Perché la disponibilità annunciata da Forza Italia e dal gruppo del Polo delle Libertà di votare un presidente del consiglio condiviso, ovvero Alberto Coen Porisini, è stata una bomba a orologeria. Che ha messo tutte le componenti del centrodestra presenti in consiglio davanti a un bivio: spaccare e andare ognuno per la propria strada o mediare.

Alla fine di una riunione che da più parti raccontato essere stata se non tesa sicuramente densa, la coalizione di minoranza ha scelto l’astensione compatta sul nome proposto dalla maggioranza per guidare il consiglio comunale. Decisione annunciata da Matteo Bianchi in apertura di seduta. «Voteremo scheda bianca perché nei giorni scorsi da parte della maggioranza non c’è stato il giusto coinvolgimento per arrivare a una scelta condivisa». Ma facciamo un passo indietro.

Bomba a orologeria

Prima del consiglio il centrodestra si è dato appuntamento per capire a fondo la presa di posizione del gruppo Polo delle libertà. Ed è subito apparso evidente che le posizioni iniziali in campo erano ben distinti e distanti. Lega, Fratelli d’Italia, Varese Ideale e Grande Varese, infatti, hanno respinto l’ipotesi di votare il candidato presidente della maggioranza. E a quel punto si è materializzato il rischio di una frattura netta nel centrodestra già all’esordio.

Disinnescata

Inutile girarci intorno, la presa di posizione dei forzisti (che tirano il gruppo del Polo delle libertà), infatti, alimentato pesanti critiche e malumori. E a portare la coalizione sulla terza via, ovvero quella della scheda bianca, che avrebbe salvato “capre e cavoli” e anche l’apparenza di un’unità di coalizione che ha iniziato a scricchiolare è stato Matteo Bianchi. Che ha lavorato per il passo indietro da parte di tutti. Proposta che alla fine, prima di entrare in aula, è stata accettata e condivisa.

Con qualche mal di pancia da una parte e dall’altra. Perché ufficialmente tutti parlano di presa di posizione responsabile, ma a microfoni spenti, tra gli esponenti del Polo delle libertà, c’è chi parla di “occasione persa“, chi sottolinea che “la scheda bianca non cancella il messaggio che è stato segnato“. E chi la butta sul calcio: “E’ vero, abbiamo scelto di astenerci, ma alla fine possiamo dire di aver pareggiato. 1 a 1. E fuori casa“. E dall’altra parte del centrodestra c’è chi, giocando sul cognome del commissario cittadino forzista che ha difeso fino alla fine il voto per Porisini, condividendo poi la mediazione, dice: “Con Battaglia è una battaglia persa“. Ma anche chi tira conclusioni politiche: “La regia di Galimberti era quella di spaccare il centrodestra, invece, quelle due schede bianche in più dimostrano che è accaduto il contrario“.

Quel che si vede in aula, invece è che il rischio di rompere subito ha portato il resto della coalizione a più miti consigli. Per ora. Perché la strada è appena stata imboccata.