Il prefetto cerca soluzioni per i migranti. E spunta l’ipotesi Casermone di Gallarate

Un’immagine dell’ex caserma dell’Aeronautica Militare di Gallarate

VARESE – Niente Fontanelle, ma per i migranti si cercano soluzioni di accoglienza anche in provincia di Varese. La soluzione Malnate, dove la protezione civile della Provincia aveva comunque allestito l’area per l’accoglienza, è stata messa da parte proprio all’ultimo momento e su precisa indicazione proveniente da Roma direttamente dal Ministero dell’Interno.

La Provincia dopo il no alle Fontanelle: «C’è il Casermone»

E sulle Fontanelle cassate anche il presidente Marco Magrini ha spiegato il suo punto di vista e messo sul tavolo altre ipotesi: «Noi ci siamo mossi seguendo gli input che abbiamo ricevuto – ha spiegato il presidente – anche se sulla “soluzione Malnate” ho subito manifestato una serie di perplessità: dall’accoglienza in tenda alle soluzioni igieniche con bagni da campo, oltre al fatto che l’area non è facilmente sorvegliabile. Per questo ho condiviso il cambio di strategia. Credo che sul territorio ci siano luoghi più idonei al bisogno: penso a qualche struttura ricettiva, ma anche a strutture inutilizzate e che avevano un destinazione militare». Il casermone di Gallarate, ad esempio? «Perché no, l’ex caserma dell’aeronautica ha spazi al chiuso attrezzabili e che si possono meglio controllare».

Summit in Prefettura

Nel frattempo il prefetto Salvatore Pasquariello si è già mosso e ha convocato un summit urgente Prefettura con i rappresentanti degli enti gestori dei Centri di Accoglienza Straordinaria. Obiettivo reperire strutture poiché i numeri in arrivo sia via mare, sia dalla rotta dei Balcani sono piuttosto preoccupanti. Non solo. Il prefetto ha inoltre scritto una lettera al presidente della Provincia e ai sindaci affinché assicurino un contributo al reperimento, nei rispettivi territori, di immobili da utilizzare allo scopo, segnalando strutture ricettive di qualsiasi genere (alberghi dismessi, colonie, pensionati, case per vacanze e simili) attualmente inutilizzate, utilizzabili per l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e la cui gestione potrebbe essere affidata, con fondi a carico del Ministero dell’Interno, a soggetti del terzo settore che già collaborano con la Prefettura o che siano interessati ad iniziare una collaborazione.