Parla il principe: “A Busto verrei volentieri e con la Lega non ho problemi”

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BUSTO ARSIZIO– Ha segnato una data nella sua agenda fitta di impegni, perché a Emanuele Filiberto piace l’idea di venire a Busto per inaugurare la piazza dedicata a Vittorio Emanuele. E quella data non l’ha cancellata pur avendo appreso che in città si è scatenata qualche polemica dopo l’annuncio del suo arrivo. Insomma se a Palazzo Gilardoni le intenzioni non sono più quelle annunciate qualcuno dovrà pur comunicarlo al principe, spiegando i motivi del “dietro front”.

Emanuele Filiberto, il suo arrivo in città, anche se solo annunciato, ha creato qualche malumore. Si aspettava di finire dentro un caso che ha assunto anche connotati politici?
«Addirittura? Io preferisco definire queste situazioni le solite polemiche estive».

Come è nato l’invito a partecipare all’inaugurazione della piazza a Busto?
«L’idea mi è stata proposta dal presidente del Gruppo Savoia Santino Giorgio Slongo, il quale credo abbia parlato con qualche rappresentante del Comune. Mi ha spiegato che a Busto hanno riqualificato la piazza intitolata a Vittorio Emanuele e chiesto se fossi stato disponibile a partecipare all’inaugurazione. La cosa mi è piaciuta, ho dato la mia disponibilità e indicato una data. Poi non ho saputo più nulla».

Quindi è disponibile a venire?
«Certo e mi farebbe davvero piacere. Sono già stato in città e mi piace molto. Conosco Busto e ci tornerei volentieri. Soprattutto in un’occasione così bella e importante. Anzi, qualora verrò sarò contento di salutare il vostro editore Fabrizio Iseni e di visitare la redazione di Malpensa24″.

E le polemiche?
«Non mi fanno paura e non mi sono mai tirato indietro. Se dovessi venire lo farei con affetto nei confronti del mio Paese e per Busto. Lo ripeto, sarei davvero felice di poter essere presente».

Non le pesano tutte queste diatribe legate al passato e che di tanto in tanto è costretto a dover affrontare?
«Quando provieni da una famiglia che ha più di mille anni di storia alle spalle sai che ci sono momenti positivi e altri negativi. In ogni caso vado avanti orgoglioso del mio passato, di quello della mia famiglia e della persona che sono».

Con la Lega però, che per voce del segretario cittadino ha fatto sapere che sarebbe meglio evitare, come la mettiamo?
«Non vedo il problema. Tra il sottoscritto è la Lega c’è sempre stato e c’è ancora un rapporto di stima e ammirazione».

Ne è sicuro?
«Sono appena stato in Regione a Milano. Ho incontrato il governatore Attilio Fontana. Abbiamo avuto un bellissimo colloquio tra persone per bene. La Lega è un partito che stimo e con cui non ho mai avuto problemi. Né quando c’era Umberto Bossi, né ora con Matteo Salvini. Anzi seguo con grande attenzione questo partito».

Francesco Speroni non la pensa esattamente così. Tanto che la sua posizione l’ha già spiegata con chiarezza. Quindi?
«Non conosco personalmente Francesco Speroni, ma il suo commento un po’ troppo semplicistico mi stupisce e mi rattrista. Però sono disposto a incontrarlo con grande serenità. Se vuole Speroni mi può tranquillamente chiamare. Anzi, credo che lo farò io. Così ci possiamo chiarire. Anche perché mi pare che i tempi siano ormai cambiati».

In che senso?
«Premetto che non vengo a Busto per cambiare le idee che ognuno ha. Però dico anche che siamo nel 2018. La storia non va dimenticata, ma credo che si debba andare avanti. Mi pare l’abbia fatto anche la Lega. Ha superato le idee di secessione e con Matteo Salvini, credo, che anche il partito abbia ormai capito che l’Italia è una sola e indivisibile. E a proposito di Italia voglio aggiungere che sono orgoglioso di essere un Savoia e un discendente di Vittorio Emanuele II che ha voluto e contribuito all’unità del Paese. Se oggi sventola il Tricolore e anche grazie a lui».

Lei è anche un volto noto dello spettacolo. Volendo potrebbe anche venire puntando più sulla fama televisiva che sulla nobiltà. Forse così tutti si metterebbero d’accordo. In quale dei due ruoli però si trova più a suo agio?
«Sono due cose molto diverse tra loro. Diciamo che ho usato, anche con successo, la televisione per farmi conoscere, per potermi presentare nel modo giusto agli italiani e al mio Paese dopo 30 anni di esilio. Però non mi considero un personaggio della tv. Sono un Savoia, sono orgoglioso di esserlo e sono contento quando posso fare qualcosa di buono per l’Italia».

 

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