Puzze dell’Olona, la Provincia diffida la Perstorp: «Ridurre i parametri degli scarichi»

CASTELLANZA – La Provincia ha diffidato la Perstorp, “invitando” la multinazionale svedese, finita nel mirino per le puzze dell’Olona, a rivedere le deroghe di una serie di parametri sugli scarichi. Certo non è la prima volta che il colosso chimico viene diffidato, ma questa volta il richiamo dell’Ente arriva in un momento caldo della vicenda puzze.

L’incontro pubblico

La notizia della diffida, ma soprattutto l’effetto concreto (per lo meno sul breve periodo) che potrebbe comportare tale azione, viene data e spiegata durante l’assemblea pubblica che si è tenuta ieri sera (martedì 8 febbraio) al teatro di via Dante a Castellanza. E che è passata quasi in sordina. Forse perché coperta dai continui brontolii dell’ala più radicale del (poco) pubblico presente in sala: i No Elcon. I radical green, che più volte nel corso della serata hanno invocato la chiusura dell’azienda, non brillano certo per educazione (hanno spesso interrotto l’assemblea con incursioni verbali di protesta), ma in questi dieci anni si sono distinti per ostinazione nell’aver sempre tenuto alta l’attenzione sul problema dei cattivi odori.

Ma andiamo con ordine.

Sul palco del teatro castellanzese è schierato di fatto tutto il tavolo tecnico, che da un paio di mesi a questa parte ha deciso di stringere i tempi su un problema la cui soluzione non è più rinviabile. E quindi ci sono: l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo, i sindaci Mirella Cerini di Castellanza, Elisabetta Galli di Marnate e Gianni Montano di Olgiate, il consigliere provinciale (fresco di elezione) con delega all’Ambiente Marco Colombo e poi i tecnici di Regione, Provincia, Ato, Alfa, Politecnico, Arpa e Ats. Ovvero di tutte le istituzioni che stanno lavorando in rete a una soluzione definitiva. E che, pur non avendola ancora in mano, hanno fissato una serie di paletti e una rotta che ora però va seguita fino in fondo, per cercare di risparmiare ai cittadini dei tre Comuni altri dieci anni di aria irrespirabile, di finestre impossibili da aprire anche in piena estate e di una qualità della vita che, se ammorbata da miasmi, non si può certo definire buona.

Le deroghe “garantite” dalla giustizia

La prima cosa che va chiarita è che la Provincia, ente territoriale che ha il potere di concederle, ha tolto a Perstorp le deroghe rispetto agli scarichi. Dal 2015. Anche se la multinazionale, che si è appellata alla giustizia ordinaria, è riuscita ad andare oltre i limiti imposti da Villa Recalcati. Vicenda, questa, che si trascina da sette anni e che il prossimo 17 marzo potrebbe vedere scritta la parola fine poiché quello è il giorno della sentenza del Consiglio di Stato.

Ma in attesa del giudizio, anche grazie al tam tam mediatico e alle pressioni dei cittadini, qualcosa si è mosso. «E non poco», dicono in sostanza amministratori e tecnici. Certo la questione è annosa e complicata. Di mezzo ci sono i cattivi odori, che si sentono ma non si afferrano e quindi si fa fatica a “ingabbiare”. Ma sul piatto ci sono anche posti di lavoro. E una multinazionale (oltre ad altre due aziende sotto osservazione), che fa sentire tutto il suo peso. E che ha già dimostrato di non avere problemi, davanti a una prova di forza, di percorrere le lunghissime vie legali.

Perstorp pronta a collaborare

Per questo l’assessore Cattaneo ha ribadito quanto già detto a un tavolo tecnico-politico: «Il problema c’è e gli strumenti per risolverlo attraverso il dialogo non mancano. Certo occorre la disponibilità dell’azienda a intervenire per porre rimedio al problema». E in tal senso, altra notizia data proprio durante l’incontro, Perstorp (anche per via della nuova diffida della Provincia) pare abbia affidato a una lettera le sue buone intenzioni nel mettere in campo soluzioni. «L’azienda – ha spiegato Cattaneo – si impegna a intervenire sullo scarico per renderlo più omogeneo; ha detto di voler aggiungere alle analisi che regolarmente svolge al suo interno anche il parametro “odore”; e ha manifesto la volontà di redigere un progetto per tenere sotto controllo il carico di odoranti nei reflui».

L’effetto della diffida

Bene. Ma gli interventi puntuali dei tecnici, per quanto esaurienti, non hanno dissolto l’interrogativo che a molti dei cittadini presenti ha continuato a frullare nella testa: «Ma ‘ste puzze, fino a quando dobbiamo sopportarle? Chi è il colpevole?».

Presto per rispondere ad entrambi i quesiti. Un po’ perché la ricerca della causa è ancora in corso, un po’ perché nessuno si sbilancia senza aver in mano certezze. Però i controlli non si fermano. Come quello effettuato da Arpa pochi giorni fa proprio sugli impianti Perstorp e dal quale sono emerse alcune inottemperanze.

E in tal senso va letta anche la diffida di Provincia. Che di fatto parte da Ato. L’ufficio d’ambito, infatti, non potendo chiedere di rivedere la deroga (sub judice) sullo scarico di aldeidi (la sostanza incriminata), ha chiesto che venissero riviste le deroghe sui parametri del carico organico. Azione che, attraverso la diffida, costringerà Perstorp a diminuire tutti i parametri delle sostanze presenti nei reflui. Quindi anche degli aldeidi. Insomma non la soluzione definitiva, ma un rimedio tampone. Utile a respirare e, si spera, a dialogare in maniera proficua con chi deve investire per porre fine al supplizio.

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