Quel mercato di esseri umani

I nuovi schiavi: la tratta genera un business miliardario

di Alessandro Belviso

La tratta degli esseri umani è una forma moderna di schiavitù. Chi la pratica impone la propria volontà alle vittime sfruttando la loro situazione di disagio ed utilizzando strumenti di pressione, per esempio ricattando giovani madri usando i loro figli.  Si tratta di uno sfruttamento illegale anche se la vittima acconsente. In Europa spesso sono i richiedenti asilo che subiscono questa barbarie, e la tratta è un business che ha raggiunto quasi i 30 miliardi di profitti annuali. Infatti ogni anno oltre un milione di persone entrano in questo vortice, seguendo soprattutto le rotte internazionali dello spostamento di migranti. Nel territorio dell’UE le vittime sono spesso donne e minori. Il 40% di essi hanno meno di 18 anni per un totale di 14.000 casi documentati, secondo il report annuale di Save The Children, ma quelli che sfuggono ai controlli e alle statistiche sono molti di più. Vengono sfruttati prevalentemente per la prostituzione e per il lavoro irregolare. I paesi d’origine da cui derivano la maggior parte dei nuovi “schiavi” sono la Nigeria (65,6%) seguita dal Pakistan (4,5%) e Marocco (2,6%). Esiste un vero e proprio mercato degli esseri umani, con regole precise. Oggi i criminali che tirano le fila di questo mercato usano ambienti digitali appositi per reclutare le loro vittime, attraverso un vero e proprio sistema di e-trafficking. Chat online, social media, siti di sostegno alla popolazione immigrata contraffatti e forum sul dark web, sono alcuni degli strumenti usati per adescare le persone. Per quanto riguarda la sfera sessuale, nel 2021 la polizia postale italiana ha denunciato ben 5316 casi di pedopornografia, in aumento del 47% rispetto al 2020.

L’UE da anni cerca di limitare il fenomeno, ad oggi senza particolari risultati. Ma nell’aprile dell’anno scorso la Commissione è giunta ad un accordo per un cambio di strategia nella guerra al traffico di esseri umani. La direttiva anti-tratta si basa su 3 punti principali. Il primo è la riduzione della domanda che favorisce la tratta basata sull’inasprimento delle sanzioni verso le aziende che sfrutteranno manodopera irregolare. Il secondo è lo smantellamento del modello commerciale dei trafficanti, da attuarsi con l’appoggio delle aziende tecnologiche per eliminare gli spazi di compravendita dei criminali. Infine verrà migliorato il sistema di riconoscimento delle vittime ed incrementato il sostegno nazionale e comunitario alle stesse, soprattutto nel caso di minori e donne.