Rami caduti a Busto, Legambiente: «Colpa delle capitozzature. Ma si fanno ancora»

Viale Lombardia a Busto Arsizio dopo l'ultima potatura

BUSTO ARSIZIO – I rami cadono «perché gli alberi in passato sono stati capitozzati e non hanno ricevuto una corretta manutenzione». La presidente del circolo di Legambiente Busto Verde, Paola Gandini, interviene sul tema della cura del verde in città alla luce delle proteste dei cittadini e delle preoccupazioni emerse in seguito al crollo di un grosso ramo nel parchetto di via Fratelli d’Italia, di fronte al Municipio. «Anche quest’anno sono state eseguite capitozzature che porteranno in seguito alle stesse conseguenze» la polemica del Cigno Verde, che denuncia i tagli troppo drastici delle piante nei viali poco illuminati.

Contro le capitozzature

Sì, perché Paola Gandini non ci sta a minimizzare quanto accaduto a Busto, con rami caduti non solo davanti al Comune, ma anche in viale Virgilio, per citare gli episodi capitati nei giorni del forte vento: «Sono eventi che dipendono da vecchie capitozzature ed una non corretta manutenzione del verde – sostiene la presidente di Legambiente Busto Verde – ma anche tra le potature fatte quest’anno sono stati eseguiti lavori che porteranno in seguito alle stesse conseguenze. Parlo, per esempio di viale Lombardia, via Azimonti, via Lualdi. Tutti alberi capitozzati».

Le potature dei viali poco illuminati

In proposito, l’avvocato Gandini aveva già sollevato il problema, con una lettera inviata ai consiglieri comunali nel febbraio scorso: «Gli alberi potati sono stati capitozzati, in contrasto con qualsiasi buona pratica di arboricoltura – scriveva la presidente dell’associazione ambientalista – la soluzione del problema dei viali poco illuminati non deve essere quella di rovinare il patrimonio arboreo cittadino, ma quella di sostituire i lampioni con altri che non interferiscano con le alberature e consentano una adeguata illuminazione dei viali. Per questo motivo la potatura di altri viali, come per esempio viale Bernardino da Bustis, con gli stessi criteri e metodi utilizzati fino ad ora comporterà un danno irreversibile di cui riterremo Agesp responsabile».

Il monito dell’esperto

Concetti che erano stati ripetuti in commissione territorio nel corso dell’audizione (chiesta dal gruppo PD) dell’esperto di Legambiente, l’arboricoltore Fabio Mori: «La potatura drastica causa un crollo ormonale al sistema albero se la potatura asporta più del 30% della chioma – aveva ricordato ai consiglieri – non sono quindi più sicuri e invecchiano precocemente». Anche perché «la potatura è più come il taglio di un arto che come il taglio dei capelli», motivo per cui è «molto importante selezionare il personale che opera sugli alberi per evitare danni irreversibili».

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