«Recidiva al 2% nei detenuti che lavorano». Tavolo in Prefettura a Varese su lavoro e carceri

BUSTO ARSIZIO – «Recidiva al 70% nelle carceri, ma tra i detenuti che lavorano precipita al 2%». Un dato clamoroso che il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello ha evidenziato prendendo la parola al termine della Messa di Pasqua nel carcere di Busto Arsizio, a cui ha partecipato su invito del cappellano don David Maria Riboldi. L’impegno per trovare soluzioni al problema del lavoro che manca è concreto: un primo passo è il tavolo riunito in Prefettura, che lunedì 17 aprile si ritroverà nuovamente con l’obiettivo di definire i contenuti di un convegno informativo sui benefici della Legge Smuraglia, che incentiva il lavoro dei detenuti.

L’impegno del Prefetto

«Ci stiamo confrontando con molta determinazione tra operatori sociali e istituzionali, prefettura, camera di commercio, imprenditori, sindacati e direttori degli istituti di pena» le parole del Prefetto Pasquariello al termine della Messa celebrata dal vescovo ausiliario di Milano monsignor Luca Raimondi. «Stiamo esplorando soluzioni praticabili sul territorio per creare opportunità di lavoro per voi. Pensiamo a interventi concreti e condivisi tra tutte le realtà sociali del nostro territorio». Il prefetto ricorda l’ultima indagine CNEL (Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro) che evidenzia un dato clamoroso: la recidiva si attesta, purtroppo, sul 70%, ma precipita al 2% quando il detenuto in uscita ha un lavoro. Il teorema è solare: il lavoro rappresenta la vera salvezza per il dopo carcere. Il Prefetto sottolinea poi con decisione le riflessioni di don Luca Raimondi: «Riprendete in mano la vostra vita e ritornerete nella società più forti, per realizzare il vostro destino ed essere a pieno titolo di aiuto alla società».

I messaggi ai detenuti

Il vescovo, già coadiutore della parrocchia di San Michele a Busto, aveva spronato i detenuti presenti a Messa: «Ragazzi, Dio crede in voi anche se siete in galera. Non dimenticatelo: vi cerca, vi aspetta, ha bisogno di voi nella società. Ma dovete scegliere la vita come ha fatto lui, non la morte. Rovesciate la pietra del vostro sepolcro che vi blocca togliendovi il respiro, come ha fatto Gesù la mattina di Pasqua. La risurrezione ve la dona lui, lasciate che vi tolga la pietra dal cuore, il Signore vi vuole risorti nell’anima perché vi ama. Con lui potete trovare la forza di ripartire, liberi dentro». La comandante della Polizia penitenziaria del carcere di Busto Rossella Panaro ha invece insistito con i detenuti sulla necessità di «coltivare una vera cultura ambientale. Rafforzate la cura del vostro ambiente vitale, dalla cella agli spazi comuni, dalle strutture collettive ai piccoli segnali di attenzione per una quotidianità dignitosa e rispettosa di tutto. La rieducazione passa anche dalla cura dei luoghi in cui viviamo, per amore di chi ci abita ora e per chi ci verrà in futuro».

Un convegno sulla legge Smuraglia

Il tema del lavoro è al centro dell’attenzione. Una riunione tenutasi in Prefettura il 14 marzo scorso ha trattato l’argomento del lavoro dei detenuti in carcere e fuori dal carcere con il presidente della Camera di Commercio, i direttori e i comandanti delle Polizie penitenziarie delle Case Circondariali di Varese e di Busto Arsizio, i rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali, al termine della quale si è stabilito di programmare a breve un convegno per discutere del tema in modo più approfondito e per far meglio conoscere i benefici della legge n. 193 del 2000, la cosiddetta “legge Smuraglia”. Gli stessi soggetti coinvolti sul tema si riuniranno nuovamente lunedì 17 aprile alle 11.30 in Prefettura per organizzare i dettagli del convegno, che si terrà molto probabilmente nella seconda quindicina del prossimo mese di maggio. Alla riunione organizzativa sono stati invitati a partecipare anche i parlamentari e i consiglieri regionali residenti e/o eletti nella provincia di Varese, il presidente della Provincia, il presidente del Tribunale di Sorveglianza, gli enti di formazione e gli enti del terzo settore.

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