Via il reddito, i Servizi sociali di Varese tremano: «Non abbiamo soldi per tutti»

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Pd sul reddito di cittadinanza: Giulia Mazzitelli e Roberto Molinari

VARESE – Effetto farfalla: il blitz romano del taglio del reddito di cittadinanza sta creando caos e suscitando rabbia nei municipi italiani e in particolare agli sportelli del servizi sociali comunali. E a dire a chiara lettere che «la situazione qui sta diventando esplosiva» sono l’assessore varesino Roberto Molinari e il consigliere Giulia Mazzitelli (esponenti del Pd). «La decisione di tagliare l’rdc, oltre a innescare una spirale che spinge sempre più verso la povertà i percettori, sta davvero mettendo in ginocchio le amministrazioni. Tutte le amministrazioni, anche quelle di centrodestra».

Il grido dall’allarme del Pd

Molinari e, accanto a lui, Giulia Mazzitelli (consigliere comunale e presidente della Commissione Servizi Sociali) non mettono in campo una difesa ideologica del sussidio a “Cinque Stelle” (ma votato ai tempi del governo giallo-verde anche dal Carroccio). Varese, del resto, non è poi un bacino elettorale grillino. Eppure anche qui, nel profondo e (una volta) ricco Nord i numeri dei percettori fanno riflettere.

I numeri

I dati noti ai Servizi sociali di Palazzo Estense parlano di 266 famiglie a reddito di cittadinanza, di cui 126 in carico all’assessorato e 140 “noti” perché assistiti da una cooperativa che collabora con il Comune. Un totale di 500 cittadini, che però potrebbero essere la punta di un iceberg: sotto il pelo dell’acqua non si sa quanto grande sia il dato della povertà varesina. Possibile? «Certo che sì – dice Molinari – poiché noi non siamo a conoscenza dei percettori “in carico” dei Centri per l’impiego. O meglio, potremmo venirlo a sapere nei prossimi giorni visto che l’Inps ha dato comunicazione del taglio del reddito via messaggio ai suoi utenti, suggerendo loro di rivolgersi ai Servizi sociali». E la cosa piuttosto curiosa è che i Centri per l’impiego sono sotto l’egida della Provincia. Insomma, c’è un problema di comunicazione istituzionale a tutti i livelli.

Una catena infernale

Secondo i due esponenti del Pd, poi, le misure alternative al reddito non avranno la stessa forza economica. Ma quel che è peggio è che il taglio della “misura Conte” si porta dietro anche il problema della ricollocazione lavorativa. «Senza reddito – spiegano Molinari e Mazzitelli – si propone il tema del lavoro. Peccato che la maggior parte dei percettori difficilmente sono collocabili. Un problema in più».

L’onda d’urto della povertà

E da qui le preoccupazioni di assessore e consigliere: «Quanti saranno? Chi si rivolgerà a noi, non avendo più un’entrata, sottoporrà altri problemi concreti quali affitto e soprattutto chiederà “come fare la spesa”? E noi come rispondiamo? Dove andiamo a prendere i fondi necessari?». Interrogativi che celano il timore di un corto circuito pesante.

Giulia Mazzitelli parla di decisioni romane «prese da chi non ha il senso della realtà. Questo governo ha deciso il taglio e scaricato la responsabilità sui Comuni di trovare una soluzione al problema creato. Purtroppo a breve potremmo ritrovarci nella condizione di non poter dare sostegno, ma nemmeno indicazioni».

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