Repubblicani, parla Mascetti: «Aridatece Reguzzoni. C’è da salvare il Nord»

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Andrea Mascetti

BUSTO ARSIZIO – «Io e Marco ci siamo confrontati e battuti anche duramente per difendere ciò che allora ritenevamo giusto. Oggi, con quello che vedo in giro, mi sento di pronunciare un romanesco “aridatece Reguzzoni”». Parola di Andrea Mascetti, avvocato, presidente di Finlombarda, già animatore di Terra Insubre, che spiega come mai – dopo i dissidi degli anni della Lega – è finito nel direttivo dell’associazione I Repubblicani, rilanciata nelle scorse settimane dall’ex delfino di Umberto Bossi, Marco Reguzzoni.

La Lega? Non c’entra

Intervistato da Marco Linari per Mega, il Magazine online dei Repubblicani, Mascetti chiarisce che la sua presenza nell’associazione presieduta da Reguzzoni non è un segnale di un’adesione della Lega ai Repubblicani: «No, perché io non ho alcun ruolo attivo nella Lega e non faccio politica da anni – sottolinea Mascetti – comunque sia, non credo che i Repubblicani debbano puntare a guadagnare adesioni ufficiali dai partiti, bensì a conquistare credibilità sviluppando proposte serie da sottoporre a tutti quanti, Lega compresa, che ha senz’altro molto interesse per i temi che ci stanno a cuore». E nei Repubblicani l’attuale numero uno di Finlombarda non vede un’alternativa ai partiti, piuttosto uno «stimolo di alto livello». Ecco perché, sostiene Mascetti, «non ci serve andare a raccattare vecchie volpi della politica o cacciatori di poltrone (che peraltro non possiamo e non vogliamo dare), ma far sentire la voce di chi vive il mondo dei nostri territori, dell’impresa e delle professioni in prima persona, con coraggio». Oltre le appartenenze tradizionali: «Non limitiamoci a una visione per cui Repubblicani è un sinonimo di centrodestra. Questa roba non esiste più, è ampiamente superata».

Ritorno al futuro

«Il tema dei temi», per Andrea Mascetti, è «il rapporto fra l’apparato centralista e noi che lavoriamo e produciamo soprattutto al Nord». Sembra di fare un salto indietro ai tempi della Lega di Bossi: «Le idee di Bossi come quelle di Miglio sono ancora attuali se le si leggono per quello che hanno saputo far maturare dopo – spiega il fondatore di Terra Insubre – se non si salvano le imprese e lo spirito del Nord, non si salva il Paese. Se ci lasciamo trascinare di nuovo nel gorgo per cui neghiamo che il Sud sia in uno stato spesso disastroso, allora sarà la fine». E allora si torna alla questione settentrionale: «Il futuro sta nella capacità di uscire dalla visione macchiettistica di un conflitto secessionista in cui cercano di confinarci per ridicolizzarci, rendendo invece evidente come la necessità più semplice e assieme urgente sia sviluppare un progetto in cui un Nord forte viene tutelato e insegna a un Sud debole come ricostruire se stesso».

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