Ridurre i consumi per salvare la Terra

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di Fabrizio Iseni

Nel 1798 l’economista inglese Thomas Malthus elaborò una dottrina economica che attribuisce la diffusione della povertà e della fame nel mondo alla pressione demografica. Secondo Malthus vi è cioè una disparità fra popolazione e risorse naturali disponibili sul pianeta: infatti, mentre la popolazione mondiale cresce in modo geometrico (nel momento in cui scriviamo siamo a quota 7 miliardi e 956 milioni – fonte Onu), i mezzi di sussistenza crescono in modo aritmetico: tradotto, la popolazione cresce enormemente di più rispetto alle risorse. Secondo Worldometer (contatore generico aggiornato in modo permanente – https://www.worldometers.info/it/) ogni giorno nel mondo nascono circa 270mila persone e sono circa 115mila gli esseri umani che muoiono: la popolazione mondiale cresce quindi di oltre 150.000 persone ogni 24 ore.

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Fabrizio Iseni

Questa disparità tra risorse prodotte e aumento geometrico della popolazione portò la teoria malthusiana a farsi assertrice di un energico controllo delle nascite (con tutte le complicanze etiche, sociali, politiche che la storia ci ha poi evidenziato) auspicando il disincentivo della natalità, al fine di evitare il deterioramento dell’ecosistema terrestre e l’erosione delle risorse naturali non rinnovabili. La teoria fu avversata da chi osservò che essa non contemplava l’incremento delle risorse generato dalla capacità inventiva e tecnologica dell’essere umano. Resta il fatto che l’opposta progressione fra popolazione mondiale e risorse disponibili conduce (anzi, sta già conducendo) a uno squilibrio catastrofico, in particolar modo sul fronte energetico, alimentare e, come purtroppo sperimentiamo da mesi, sul fronte idrico. L’incapacità di soddisfare e sostenere una sempre maggiore crescita demografica, in quanto le risorse naturali sono oggettivamente limitate, è dunque il tema centrale: una sempre maggiore presenza di esseri umani produrrà, proporzionalmente, una sempre minore disponibilità di risorse sufficienti.

Che fare dunque? Ridurre i consumi, unica leva su cui effettivamente ogni abitante di questo pianeta può efficacemente agire. Ridurre in consumi delle risorse significa attuare una serie di comportamenti individuali parsimoniosi, intelligenti, per dare un futuro a noi stessi e a chi verrà dopo. Uno sforzo corale che è la vera e fondamentale sfida di questo secolo per l’umanità. Uno stile di vita. Una sfida che non può essere regolata da norme e legislazioni, ma deve appartenere alla sfera psicologica, mentale ed morale di ciascuno di noi. Ci sono mille modi per ridurre i consumi e non è questa la sede per elencarli. Ciascuno potrà redigere una lista mentale e attuarla a partire da oggi stesso. Ma la consapevolezza e l’impellenza di modificare il nostro stile di vita sono tanto necessarie quanto cruciali.

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