Nella Busto Città dello Sport non c’è posto per il saggio della Pro Patria Ginnastica

BUSTO ARSIZIO – C’è chi le medaglie le conquista sul campo dopo mesi, anzi anni di allenamento come gli atleti della Pro Patria Ginnastica e chi si fregia di titoli investendo soldi pubblici per mettere in vetrina le mostrine di un riconoscimento come “Città europea dello Sport”. Per poi fermarsi alle cerimonie. E permettere, per la prima volta nella storia della città e della società, che il tradizionale e seguitissimo saggio di fine anno finisca per tenersi nella vicina Castellanza. E dopo che ci sono stati disguidi anche per l’edizione natalizia.

Città dello sport, ma sulla carta

Sembra incredibile, ma nella Busto nominata di recente Città europea della Sport, uno dei fiori all’occhiello nel panorama nazionale, non solo continuerà ad allenarsi in uno scantinato chissà per quanti anni ancora, ma gli è stato persino negato l’utilizzo dell’E-work Arena per il proprio saggio, costringendo la Ginnastica biancoblù a chiedere ospitalità al palazzetto nella vicina Castellanza.

La facciamo breve evitando di pubblicare per intero la missiva che è stata inviata anche all’assessore alla partita Maurizio Artusa. Sta di fatto che la società di Ginnastica aveva già provato a dicembre a chiedere la disponibilità della struttura di viale Gabardi. Con tanto di richiesta inoltrata per tempo. Ricevendo picche. Stesso discorso per il saggio di fine anno. In questo caso la domanda è stata inoltrata fin da settembre 2023. “Troppo presto”, la risposta ricevuta da un dirigente della UyBa. Dopo di che l’unica risposta alle successive due richieste è stato il totale silenzio. Fino a febbraio scorso quando, la beffa, la Ginnastica ha dovuto incassare un: “Per quella data la struttura non è disponibile”.

Fine giugno è stata l’alternativa proposta. In un fine settimana impossibile sia per la disponibilità degli atleti (con le scuole chiuse molti potrebbero essere già in vacanza), sia per gli impegni sportivi in giro per l’Italia dei ginnasti. E così l’unica possibilità è stata quella di emigrare nel vicino PalaBorsani. Si tenga conto che il saggio della Pro Patria è un evento che muove non poche persone in termini di pubblico. Tanto che proprio davanti a quel pubblico, negli anni in cui c’era chi ancora credeva nel Campus di Beata Giuliana, l’atteso palaginnastica è stato dato come cosa fatta. Correva l’anno 2019.

Un progetto troppo bello. Cassato

Anzi, a proposito del palaginnastica, anche su quel fronte non ci sono buone notizie. Stiamo parlando del preventivato (e fino a oggi rinviato) recupero del palaghiaccio, per il quale sono stati stanziati fondi Pnrr.

Pare che le richieste progettuali della società e quelle del Comune siano divergenti. C’è chi, infatti, racconta che a Palazzo Gilardoni sia arrivato un progetto preparato dalla società. Un’ipotesi che ha riscontrato il plauso di alcuni esperti federali. L’unico problema è che a Palazzo Gilardoni chi ha passato al vaglio l’elaborato ha “cassato” alcune strutture certamente collaterali all’impianto, ma fondamentali per lo svolgimento dell’attività di base e strategiche per il sostentamento della società stessa. Senza quelle, infatti, saranno i dirigenti della Pro Patria Ginnastica a dover fare i salti mortali per sostenere i costi di gestione del palazzetto e al contempo pagare l’affitto della palestre scolastiche dove si allenano alcune categorie non avendo una casa madre sufficientemente accogliente. Insomma, la Busto città dello Sport rischia di brillare più per gli autogol che per le medaglie dei suoi atleti.

saggio pro patria ginnastica – MALPENSA24