Salvini ai sindaci del Varesotto: “Alleanza da reinventare. Chi dopo Fontana? Decide la Lega”

VARESE – Dall’alleanza di centrodestra che «va rivista, anzi va reinventata» all’autonomia, «che resta una priorità della Lega. Domani (oggi per chi legge) andrò dal premier Draghi per chiedere di accelerare sul tema». Senza dimenticare che tra un anno si vota per le regionali «e il candidato, questo è sicuro, lo scegliamo noi» e soprattutto consapevole che la Lega si dovrà guardare alle spalle, perché «è vero che governiamo con “compagni di viaggio” un po’ bizzarri, ma è anche vero che non è nel mio dna né in quello della Lega restare insieme ad alleati un po’ incerti».

Questi, raccontano i ben informati, i temi (a grandi linee) che il capitano Matteo Salvini ha tracciato ieri sera (mercoledì 2 febbraio) durante una riunione via zoom con i sindaci e gli amministratori del Varesotto.

La Lega smarrita

Hai voglia a fare la guerra al duo forzista “Galparoli & Battaglia” a Varese per una presidenza di commissione, se poi a Roma, per l’elezione del presidente della Repubblica, i militanti non capiscono bene cosa sia accaduto. Nel senso che, sul Carroccio (a tutti i livelli) prima si era detto “no al Mattarella bis” (“quello è uno che appena può – ha spiegato in zoom qualche capataz leghista – ci mette due dita negli occhi”), ma poi il primo (o tra i primi) a fare il suo nome per il bis è stato proprio il capitano.

E proprio per dare un senso a quanto successo a Roma, che, visto da Varese, assomiglia a un pazzesco tilt politico, il commissario provinciale Stefano Gualandris ha convocato l’incontro in remoto con gli amministratori. Poco meno di 90 le persone collegate, per un rito che ha previsto un giro di interventi “romani”, che – spiega più di un leghista – «è stato utile per tirare le fila. Senza aggiungere nulla a ciò che, bene o male sapevamo», fino all’intervento di Matteo Salvini.

Insofferenza anche verso i Fratelli

E tra i commenti di senatori e deputati del Carroccio e Salvini c’è stato lo spazio per mettere sul tavolo, seppur timidamente, ciò che sembra si sia grippato nel motore leghista. «Sul presidente della Repubblica ci hanno tirato il trappolone», dice qualcuno. «La Meloni ha giocato a perdere sul presidente per passare all’incasso al prossimo giro elettorale e vincere», aggiunge qualcun altro. «Siamo sicuri di voler stare alleati con Forza Italia che “cecchina” la sua candidata e pensa al Grande centro e con la Meloni che pensa solo a se stessa e al suo partito più che alla coalizione?», butta lì qualcun altro.

Diffusa è la sensazione che, dopo quanto successo a Roma, la Lega abbia raddoppiato i nemici. A quelli “storici” con i quali però deve convivere al governo, si sono aggiunti quelli che riteneva essere gli alleati di coalizione. Fratelli compresi. Tanto che qualche leghista chiede esplicitamente: «Come ci comportiamo, visto che anche qui non mancano le provocazioni? Reagiamo? Rompiamo o ingoiamo il rospo?». Insomma le mani prudono e qualcos’altro gira ai leghisti della base. Stanchi di non capire cosa sta succedendo e di non vedere in maniera chiara la direzione in cui sta andando il Carroccio. «Però non dobbiamo reagire a caldo ci ha detto Salvini».

Salvini spariglia sempre

Salvini, appunto. Lui entra in gioco quando il tavolo è già stato apparecchiato. Dei giochini sull’elezione presidenziale si è già parlato e il capitano se ne guarda bene dal toccare l’argomento. Lo sfiora appena, ci raccontano.

«E’ partito con l’autonomia – rivela un altro leghista – Tra l’altro smentendo chi prima di lui ci ha detto che autonomia e immigrazione sono temi ormai “snobbati” anche dai lombardi e dai veneti. Invece il capitano è stato chiaro: andrà a parlare direttamente con Draghi e sulla battaglia dell’autonomia è deciso a picchiare i pugni. La vuole portare a casa». E ancora. «Su come dovremo comportarci qui sul territorio con gli alleati invece non è stato chiaro. Ha fatto capire che dobbiamo stare molto attenti, perché una Lega forte dà fastidio a quel sistema che aveva persino pensato di votare Casini».

Per la Regione comanda la Lega

Infine uno sguardo ai prossimi mesi. Decisivi per il Carroccio e che prevedono importanti appuntamenti elettorali, elezioni regionali comprese. E qui Salvini non fa nomi, («anche se qualcuno l’ha stuzzicato»), però rassicura la comunità dei militanti: «Il prossimo candidato governatore della Lombardia non verrà calato da Marte, ma a deciderlo saremo noi della Lega. E da marzo, cioè tra meno di un mese, partiamo con la campagna elettorale».