Emergenza migranti, Monsignor Agnesi apre Filosofarti a Samarate

SAMARATE – Si apre Filosofarti. Sarà Monsignor Franco Agnesi a dare il via al festival di filosofia e letteratura che è ormai diventato un appuntamento fisso con la cultura. Sarà a Villa Montevecchio, accompagnato da giuristi, operatori sanitari e sociali, testimoni diretti: affronterà anche dal punto di vista teologico il tema “Storie invisibili: gli ultimi della terra“. Appuntamento per domani, sabato 187 febbraio, alle 10.

Sabato 17 febbraio

Monsignor Agnesi apre con un evento dedicato al fenomeno migratorio e alle problematiche sull’accoglienza e l’integrazione dei molti che cercano di sfuggire a guerre e carestie con viaggi della speranza che non sempre vedono approdi felici. Fa eco alla mostra Storie di popoli e persone che Afi con Claudio Argentiero ha inaugurato a Villa Pomini: è visitabile nei week end a Castellanza.

L’evento delle 16 a Gallarate si dedica alla fotografia, al Sestante Fotoclub di via Bosco, dove Antonio Delluzio proporrà Lo spazio sul comodino, personale  alla scoperta dell’invisibile allo sguardo ma visibile. Lo spazio sul comodino è il “cosmo interiore” che solo nell’intimità della propria esistenza, anche inconscia, è possibile fare uscire dal proprio animo. E’ il tempo, il tempo che resta, il tempo che si è vissuto e quello che si desidera vivere. E’ il tempo che scorre e che lascia una traccia che diventa ricordo.

Alle 17 al Teatro delle Arti di via Don Minzoni prende il via la prima delle lezioni magistrali, affidata alla filosofa Maura Gangitano, con la riflessione sul tema “Ombre sociale: esclusione e invisibilità nel digitale”. La sua analisi si incentra sul fatto che se c’è qualcosa di invisibile che sta avendo un enorme impatto nelle nostre vite in questi anni, è la realtà digitale. Sembra invisibile, inconsistente, eppure ci provoca emozioni, curiosità, dipendenza e ci passiamo la maggior parte delle nostre giornate. I luoghi digitali hanno portato alla luce temi, battaglie e soggettività di solito escluse dal dibattito, ma hanno il potere di rendere qualunque cosa invisibile, di cancellare e bannare. Come possiamo porci, quindi, per favorire l’emersione della complessità? A questo quesito si cerca di dare risposte attraverso le più recenti analisi della filosofia contemporanea.

Domenica 18 febbraio

Il secondo blocco di appuntamenti è per la domenica 18 febbraio: il festival si sposta su tre sedi urbane. A Gallarate, Viverecrenna alle 16 a Villa Delfina di via Donatello ospita Giovanni Perota con un excursus di storia dell’arte dal Figurativo al Concettuale: fedele alla suatradizione culturale, Vivere Crenna propone infatti un evento che favorisca la conoscenza di risorse e opportunità artistiche del territorio. Le opere di Giovanni Perota esposte a Villa Delfina costituiscono sia l’espressione di un’interessante, originale esperienza pittorica, sia l’occasione per approfondire gli aspetti dell’arte Concettuale nel tradurre in segni visibili, l’invisibile processo creativo dell’artista.

Castiglione Olona, in sala consiliare per la prima volta in Filosofarti, va in scena dalle 17 alle 20.00 un’iniziativa molto innovativa con il coinvolgimento  di Kubeart: dal vernissage La voce delle cose con opere di Stefano Bruno, Ignazio Campagna, Antje Schmuck, AlessiaFiore, Megan Rodgers e Chiara Zanzi, alla conferenza di Carlo Serra (Non visibile/udibile? L’immaginario sonoro come forma dell’esperienza) al  reading musicale di Stefano Bertoli, Ksenja Laginja (Poème electronique). Si tratta di una iniziativa molto attrattiva  anche per un  pubblico giovane attento alla evoluzione dell’arte e delle esperienza di produzione musicale.

Busto Arsizio invece propone alla Galleria Cristina Moregola e Fondazione Bandera di via Costa i vernissage di Giulia Napoleone  E Alfonso Talotta – Almost blue –  e di Lucia Bonomo con Betty Dandin – l’idea di infinito blu#2. Inserito nella XX edizione di Filosofarti, il nuovo progetto espositivo della Fondazione Bandera per l’Arte curato da Cristina Moregola e Cristina Sissa, vede coinvolti 14 artisti in confronto sul colore blu.

Iconico, intenso, magico, dopo avere attraversato i secoli assumendo di significati e valori simbolici di volta in volta differenti, il blu rimane ancora oggi uno dei colori più affascinanti e diventa nella mostra L’idea di infinito blu una narrazione a più voci all’interno della quale ogni artista ne restituisce la propria interpretazione. Il titolo è un riferimento alle parole di Lucio Fontana nell’intervista pubblicata in “Art et Création” nel 1968 dove invitato a intravedere gli sviluppi dell’arte dopo Yves Klein afferma: “L’arte sarà tutt’altra cosa, guardi il Niente di Klein, l’idea d’infinito blu. […] L’arte diventerà infinito, immensità, immateriale, filosofia…”.

La scultura di Narciso Bresciani e le opere pittoriche di Alfredo Casali, Federica Giglio, Paul Goodwin, Lorenzo Mazza, Misia, Rossella Rapetti, Shinya Sakurai, Giorgio Vicentini, accompagnate da una selezione di grafiche realizzate da Franco Guerzoni, Hyun Joo Hong, Mimmo Paladino, Joe Tilson e William Xerra nel Laboratorio d’Arti Grafiche di Modena di Roberto Gatti, delineano un percorso suggestivo e immersivo tra le gradazioni del blu di diversa intensità.

La mostra Giulia Napoleone  Alfonso Talotta Almost blue definisce un confronto a due per indagare i significati di uno dei colori maggiormente carico di valenze simboliche di tutta la storia dell’arte. Il titolo è un chiaro riferimento e un omaggio al celebre brano di Chat Baker, musicista  e cantante statunitense conosciuto da Giulia Napoleone durante la sua frequentazione dell’ambiente artistico romano degli anni ’50 e rappresenta il punto di incontro tra due artisti con esperienze e percorsi diversi.

Come scrive Lorenzo Fiorucci nel testo critico di presentazione: “Una mostra che vede rapportarsi due artisti di generazioni diverse, uniti da un senso pittorico comune, proiettati entrambi verso la necessità di una lirica astrazione. Un avvicinamento da due strade differenti è infatti ciò che caratterizza Giulia Napoleone e Alfonso Talotta, che in questa circostanza trovano motivo di incontro sotto il segno di un colore”. Nell’essere quasi monocromi e quasi completamente blu, nelle opere dei due artisti ritorna la parola almost compresa nel titolo; un termine che richiama una dimensione ancora da raggiungere, non ancora definitiva e aperta a letture poetiche.

Come per la precedente edizione di Filosofarti anche per la nuova edizione la galleria ha avviato una collaborazione con la casa editrice Adelphi per ospitare un bookshop con titoli riguardanti tematiche artistiche e filosofiche. Infine, La mostra Lucia Bonomo Betty Danon Blue poems propone un confronto tra due personalità artistiche molto diverse impegnate in un dialogo che tende a svelare la struttura poetica delle loro opere. Lucia Bonomo, giovane artista classe 1989, dopo aver frequentato il triennio in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Macerata conclude gli studi con il biennio in Scultura all’Accademia di Brera. Partecipa a diversi premi sul territorio nazionale tra i quali troviamo la Biennale di Fiber Art di Spoleto e, come finalista, è presente alla XII edizione del Premio Novicelli e al Premio Artivisive San Fedele 2022-2023 con l’opera Illimite, un’installazione formata da 36 laste di ferro lavorate con il fuoco fino ad ottenere diverse sfumature di blu, che viene ora presentata negli spazi della Fondazione Bandera. Betty Danon, artista concettuale, è nata ad Instanbul ma ha vissuto a Milano dal 1956. Ha lavorato con il suono e il segno a partire dalla simbologia junghiana e attraverso l’uso del computer nel corso degli anni ’80 ha dato vita a numerose opere nell’ambito della Poesia visiva. Blue Poems, libro d’artista di Betty Danon che dà anche il titolo alla mostra, sono componimenti poetici “intensamente blu e fortemente visivi” ed è l’opera con la quale Lucia Bonomo cerca e crea una relazione strutturata intorno a somiglianze e differenze, contrapposizioni e corrispondenze.

A marzo

Nell’ambito degli eventi di Filosofarti, martedi 12 marzo alle ore 21.00 presso la Fondazione Bandera per l’Arte, è in programma l’incontro di approfondimento Punto e linea nella ricerca poetica di  Betty Danon condotto da Marcella Danon, figlia dell’artista e curatrice dell’archivio. Il festival continua sino al 17 marzo: si consiglia di accedere sempre al sito www.filosofarti.it per aggiornamenti sul programma e la sua articolazione. Filosofarti 2024 con il suo “Visibile/Invisibile, nel ventennale del Festival” dedica ai suoi utenti un volume che potrà essere a disposizione proprio per ripercorrere con immagini e parole i momenti salienti delle varie edizioni.

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