Saronno, Santanché (FdI) per una volta diplomatica: «Con la Lega tutto bene»

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MILANO – Daniela Santanché è nota per la sua schiettezza, che per qualcuno può anche diventare spigolosa durezza. Insomma, di solito non le manda certo a dire. Ma non sempre: poiché quando la partita in palio è pesante, e a Saronno (ma non solo in Lombardia) quella di ballottaggio è decisiva, il presidente regionale di Fratelli d’Italia usa assai bene l’arma della diplomazia. Riponendo la spada per quando i tempi saranno (semmai) opportuni e maturi.

Questo per dire che, se fino a poche settimane fa proprio in terra varesina, a Fagnano Olona per l’esattezza, Daniela Santanché andava giù dura su Salvini, la Lega e Lombardia Ideale, ora cerca di spegnere i fuochi accesi, oliare gli attriti (che ci sono nel centrodestra) e sedare le fibrillazioni. Nonché di sostenere il sindaco Alessandro Fagioli, in nome di un’unità che a Saronno c’è, ma è tutt’altro che di cemento armato; e di una vittoria che, qualora dovesse sfuggire, sarebbe non un terremoto, ma una caduta pesante del centrodestra su scala provinciale.

Santanché, al ballottaggio di Saronno il centrodestra arriva con il fiato corto. Anche lei teme ciò che fino a due settimane fa nessuno nel centrodestra contemplava, ovvero una sconfitta della coalizione? 
«Guardi, io non temo nulla e ragiono sempre per vincere. Anche su Saronno. E poi non sono certo d’accordo sul fiato corto. Fratelli d’Italia esce da queste amministrative con i numeri raddoppiati e in alcuni casi triplicati. Per noi è un risultato importante».

Fratelli d’Italia cresce, ma il centrodestra non vince. O meglio, in alcuni casi litiga e si spacca. Le lezioni di Luino e Somma Lombardo hanno aperto una riflessione nella coalizione? 
«Nessuno riflessione, ma una certezza: per vincere bisogna stare insieme».

A Saronno però potrebbe non bastare. 
«A Saronno lo schieramento avversario ha messo insieme le pere con le mele. E mi auguro che i saronnesi capiscano che il loro collante è solo il potere, e non il bene della città. Alessandro Fagioli da sindaco ha fatto bene, quindi non vedo perché non sostenerlo».

Forse perché tra Fratelli d’Italia e Lega, qui in provincia di Varese, è iniziata una prova muscolare che ha già creato fratture e dissapori. Insomma, questo centrodestra a geometria variabile, dove in un Comune ci si scanna e nell’altro si predica compattezza, non risulta di creare confusione e disaffezione nel vostro elettorato? 
«E’ normale che ci siano frizioni. Ma queste non devono mettere in dubbio la compattezza. Come nessuno può pensare di fare l’asso pigliatutto».

Però lei stessa ha detto che Fratelli d’Italia vuole diventare il primo partito del centrodestra. Starà mica facendo pretattica? 
«Assolutamente no. Noi vogliamo crescere, ma non a discapito dei nostri alleati. Noi andiamo a prendere chi è rimasto deluso e non va più alle urne, o chi ha votato i Cinque Stelle e ha capito la loro incapacità. Solo se i nostri alleati saranno forti tutto il centrodestra sarà ancora più forte».

Chiusa Saronno ci sarà subito pensare a Varese, Gallarate e Busto. Maroni – Cassani – Antonelli sono i nomi sul piatto. Lo schema due candidati leghisti e uno di FdI resta confermato o potrebbero esserci sorprese? 
«Ora ci sono i ballottaggi, delle prossime amministrative non mi sto ancora occupando. Non sono al momento in agenda; chiusa la partita dei ballottaggi potremo sederci al tavolo e fare un’analisi di quanto è uscito dalle urne».

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