Impiantistica chiave della sostenibilità. Luis Scola spiega la sua Varese

Scola Marotta Monguzzi Perego

VARESE – La sostenibilità nel grande sport di squadra si declina attraverso parametri e caratteristiche ben precise. Una di queste, la principale, è l’impiantistica, tema imprescindibile per lo sviluppo della serie A di calcio. Il basket ci arriverà, ci deve arrivare, anche se ovviamente si tratta di un “comparto industriale” ancora sottodimensionato rispetto al primo sport nazionale e mondiale. Tutti argomenti sviluppati nel corso del workshop organizzato dalla Pallacanestro Varese alla Camera di Commercio dal titolo “Sostenibilità economica delle società sportive, quale futuro?”. L’occasione ha anche rappresentato l’esordio della nuova governance del sodalizio biancorosso, con il CEO Luis Scola sempre più al comando e il neo vice presidente Paolo Perego a illustrare la sua esperienza in Formula Uno con Bacardi/Martini. Insieme a loro il varesinissimo Beppe Marotta (CEO di Sport Inter) e Paolo Monguzzi (Head of Stadium Revenue Juventus Football Club).

La Pallacanestro Varese secondo Luis Scola: la piramide contro “la cultura della domenica”

Quando sono arrivato a Varese tutti mi hanno detto che era importante vincere. Sì, andiamo in campo per vincere, ma è importante farlo in maniera sostenibile nel tempo. Se puntiamo solo a prendere un giocatore in più, troveremo sempre qualche club che metterà due euro in più per acquistarlo. In più la nostra azienda non crescerà mai e non sarà sostenibile nel tempo. Allora noi dobbiamo avere una visione per tornare a essere competitivi. Quando abbiamo acquisito le quote della Pallacanestro Varese abbiamo guardato la notevole quantità di squadre che in Italia sono fallite nella pallacanestro. La Pallacanestro Varese è oggi lontanissimo da essere leader ed essere copiata da qualche altro club, anzi noi stessi guardiamo ad altre realtà più avanzate nella nostra dimensione, come l’Atalanta. A noi non serve prendere un giocatore per 4 partite che ci aiuti a raggiungere alcuni obiettivi, perché poi si genera un circolo vizioso che ti porta a spendere sempre di più per rimanere al vertice. Allora la scommessa della Pallacanestro Varese nei prossimi 5-10-15 anni deve essere quella di diventare un modello: il problema è come arrivare lì, sia competendo la domenica ma anche creando un modello sostenibile. La “cultura della domenica” deve essere solo la punta di una piramide. Una piramide con una base molto larga, dove al vertice c’è la prima squadra e alla base ci sono tante componenti, almeno quattro, tutte importanti a) Il settore giovanile per riempire il palazzetto. Oggi insieme alla Robur abbiamo 400 ragazzi, l’anno prossimo forse 500 o 600, in futuro speriamo 1.000. Questi ragazzi giocano e difendono i colori sociali, non sono solo tifosi, ma sono parte del nostro mondo, con uno sguardo più puro. Per loro Matteo Librizzi è come Kyle Irving e Giancarlo Ferrero come LeBron James. b) Lo sviluppo dell’area della Corporate Social Responsability (CSR) con Varese Care, che coinvolga tutti i players del territorio, come per esempio le scuole, per collegarsi alla Pallacanestro Varese c) La sostenibilità energetica d) Lo sfruttamento dell’impianto. Durante la mia esperienza a Houston avevamo sempre l’arena piena di eventi con conseguenti disagio per i Rockets. Allora ho chiesto al proprietario del club il motivo e la risposta è stata semplice ma illuminante “la pallacanestro da sola non è sufficiente per sostenere l’arena, ma la pallacanestro è la chiave per sostenere il business e il business è la chiave per sostenere la pallacanestro”. Il problema dell’impiantistica sportiva? Noi a Varese non abbiamo la forza di imporre un modello, ma dobbiamo copiare qualcosa già fatto, rifacendo più nel piccolo modelli già esistenti. La Allianz Arena della Juventus è un modello di “more of basketball experience”. A Houston c’erano 3 o 4 eventi alla settimana, noi dobbiamo puntare a creare più di 15 partite a stagione, diciamo 50-60 eventi che ci aiutino a sostenere il nostro business della Pallacanestro Varese.

Beppe Marotta: da Varese a un modello globale

Giovanni Borghi è stato un esempio di mecenatismo e ha creato la prima polisportiva in Italia. Quei modelli di sport sono però oramai superati in nome della sostenibilità. Oggi abbiamo un business con le regole d’ingaggio imposte dagli organismi internazionali. Per questo bisogna a) valorizzare le risorse interne come lo stadio e il player trading b) la gestione deve essere fatta dagli uomini con competenza. Lo stadio e l’impiantistica sportiva è fondamentale per sviluppare un modello di business sostenibile, ma in Italia è frenato da tantissimi vincoli e dalla burocrazia. Lo stadio dell’Inter? Sinceramente non vedo un futuro roseo.

Paolo Monguzzi: il modello dello stadio privato per lo sviluppo del club

Sostenibilità non vuol dire abbassare la competitività. Il panorama dello sport è completamente cambiato da quello del mecenatismo. Io nella mia carriera ho sempre lavorato per club nei loro momenti peggiori. Penso però che siamo importante creare la base quando le cose vanno male per ottimizzare quando la situazione andrà bene. Mai arrendersi davanti alle difficoltà, ma trovare soluzioni alternative. Per esempio la progettazione dello Stadium non ci consente di organizzare al suo interno concerti. Io però penso che nell’immediato si possano sfruttare altre soluzioni (per esempio il parcheggio dello Stadium) e in prospettiva modificare e adeguare il nostro impianto per renderlo compatibile agli spettacoli extra calcio.

Paolo Perego: da Bacardi alla Pallacanestro Varese

Ci sono due tipi di sponsor: quelli medio piccoli (come il nostro consorzio), che lo fanno per pura passione e che rappresentano una parte importante per il club; e poi gli sponsor multinazionali, come quando ero in Bacardi, gestivo 350 milioni di euro per le partnership e rischiammo di abbinarci in Formula Uno alla Williams che arrivava da una stagione tragica. Nel nostro caso, Openjobmetis è un marchio nazionale che ha puntato sulla Pallacanestro Varese per avere una visibilità anche locale: quest’anno saranno 10 anni di abbinamento, uno delle sponsorizzazioni più longevi del basket italiano. Quella di Varese è una provincia ricca, che può aiutare tantissimo la Pallacanestro Varese in termini di risorse, passione e per garantire alla squadra una performance migliore. La società sta sviluppando un approccio più professionale e analitico con i nostri sponsor rispetto al passato grazie a un team super attorno a Luis, per dare adeguata visibilità alle aziende che ci danno fiducia e per rinforzare la Pallacanestro Varese.

Scola Marotta Monguzzi Perego – MALPENSA24