Sfruttati a decine per sesso o lavoro: la triste realtà sommersa dell’Altomilanese

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LEGNANO – Nel 2022 in Italia il sistema antitratta contro lo sfruttamento delle persone ha preso contatto con un numero di persone compreso tra 15.000 e 20.000; di queste, 2.444 sono state valutate potenziali vittime di sfruttamento e di riduzione in schiavitù. Si tratta per la gran parte (il 64,6%) di donne, mentre gli ambiti di sfruttamento sono soprattutto quello sessuale (58,7%) e lavorativo (37,8%). Più di 800 di queste persone (816) sono state inserite in programmi di protezione.

Nel Nord Ovest del territorio milanese nei 10 mesi tra il 1° ottobre 2022 e il 31 luglio 2023 sono state contattate 81 potenziali vittime di grave sfruttamento lavorativo. Il contatto è avvenuto ad opera delle associazioni che si occupano di questa problematica in parcheggi, supermercati, stazioni, mercati all’aperto, autolavaggi e tramite passaparola. Le persone incontrate sono quasi tutte maschi (78) per la maggior parte africani o asiatici (23 nigeriani, 20 senegalesi, 17 del Bangladesh e 10 del Pakistan). 

La missione di Lule onlus

I dati sono stati resi noti oggi, venerdì 22 settembre, a Legnano alla presentazione (nella foto qui sopra) di “Workers. Storie di ordinario sfruttamento”, l’installazione interattiva allestita nella Sala Pagani di Palazzo Leone da Perego da Lule onlus e compagnia teatrale FavolaFolle. Presenti il sindaco di Legnano Radice, l’assessore alla cultura Bragato, il presidente di Fondazione Comunitaria Ticino Olona Salvatore Forte, la presidente della Cooperativa Lule Onlus Mariapia Pierandrei, la responsabile di Progetto Mettiamo le ali-Dall’emersione all’integrazione Monica Piacentini e Carlo Compare, regista e direttore artistico di Compagnia FavolaFolle.

Fondata nel 1996 ad Abbiategrasso da un gruppo di volontari, Lule (“fiore” in albanese) onlus opera nel sociale per rispondere ai bisogni degli invisibili, a partire dalla vittime di sfruttamento sessuale. In questi anni ha aiutato più di 2.000 donne vittime di tratta e violenza, 5.000 minori italiani e stranieri e 15.000 adulti in situazione di fragilità dovuta alla migrazione, allo sfruttamento lavorativo o alla disabilità. L’associazione mette in campo un’articolata rete di servizi a favore delle vittime di tratta di esseri umani, di sfruttamento sessuale, lavorativo e di caporalato anche attraverso il numero verde 800 290290 e il telefono 342 7754946.

Il difficile recupero degli “schiavi” di oggi

I responsabili di Lule sottolineano la difficoltà nel convincere molte delle vittime di sfruttamento, che in alcuni casi si traduce in una vera e propria riduzione in schiavitù, a farsi aiutare: pesano i retaggi culturali, la chiusura verso l’esterno dei contesti sociali ed etnici a cui appartengono, le minacce e i ricatti delle organizzazioni criminali. “Alcuni di loro – spiega Pierandrei – faticano a percepirsi come vittime e uno su dieci interrompe il programma di protezione nei primi mesi, perché si tratta di un percorso faticoso, soprattutto per le donne. Queste faticano maggiormente a raggiungere l’autonomia anche per le catene strette su di loro dal punto di vista psicologico”.

Fra i casi di cui Lule si è occupata nel nostro territorio, giovani prostitute italiane e straniere fra le quali una studentessa universitaria prossima alla laurea e una famiglia asiatica sfruttata da italiani per lavori domestici al punto da vedersi sottrarre i documenti e confinare in casa. Una vera schiavitù qui, oggi, nella ricca Lombardia dove lo sfruttamento è per molti la regola.

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