Slitta il voto in Provincia. Il centrodestra “tace” su Antonelli e pensa a Zappamiglio

Emanuele Antonelli (a sinistra) e Pietro Zappamiglio

VARESE – Non sono volati gli stracci, ma la quadra sul nome del candidato presidente nel centrodestra non è poi così vicina. E tra il benservito a Mattia Premazzi, che si è concretizzato con lo slittamento della convocazione alle urne; il fatto che nessuno abbia ufficialmente chiesto ad Antonelli di ricandidarsi e l’abbandono della riunione da parte della Lega nel momento in cui il presidente uscente ha tessuto le lodi di Marco Magrini si è consumato il summit della domenica sera della coalizione. Ma andiamo con ordine.

L’incontro domenicale

Quella di ieri sera, domenica 16 ottobre, è stata una riunione convocata per iniziare a intavolare l’argomento “elezioni provinciali”. E solo per questo, essendo la prima, non si può parlare di rottura. Anche se l’intesa non è ancora matura. Anzi. Di certo, quasi tutti (esclusi Cattaneo e Premazzi) si sono trovati concordi nel far slittare la convocazione. Una scelta che ha spazzato via dal tavolo dei potenziali candidati un’ottantina di sindaci. Andando a fine anno, o forse addirittura a gennaio prossimo, infatti, un candidato presidente deve avere davanti a sé almeno 18 mesi di mandato. Risultato: Premazzi, indicato come candidato principe di Eupolis, fuori dai giochi. Come è fuori anche il leghista Mirko Reto, il cui nome (così dicono gli insider) non è stato nemmeno messo sul tavolo ufficialmente da Gualandris. Quindi?

Il beau geste dei Fratelli

Davanti a una situazione piuttosto intricata i Fratelli colgono la palla al balzo: da un lato – dopo aver capito che attorno alla candidatura di Antonelli non c’è trippa per gatti – non spingono (pur essendo il primo partito della coalizione) sull’acceleratore per avere un proprio uomo di bandiera e dall’altro metto a segno il beau geste di ricordare l’accordo pre amministrative del 2021. Ovvero: se Forza Italia ha un uomo da proporre e che incontra ampio consenso nella coalizione il candidato sarà berlusconiano. E i forzisti il nome ce l’hanno e lo fanno: Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore.

Lega attendista

E la Lega? La Lega, presente con il commissario Stefano Gualandris non spinge per convocare le elezioni in tempi brevi. Anzi, ad un certo punto lascia anche la riunione via zoom. Motivo? Ufficialmente nessuno lo dice, ma a microfoni spenti pare che Gualandris si sia indispettito davanti all’Antonelli cerimonioso nei confronti di Magrini. Non solo, qualcuno aggiunge: «La Lega gioca questa partita di sponda perché non ha nomi da mettere sul tavolo. Anzi, quello che ha (Andrea Cassani sindaco di Gallarate ndr) non è destinato a Villa Recalcati, ma a prendere in mano il Carroccio a livello provinciale».

E dunque c’è da aspettare. Che cosa? Quanto accade a Roma, che avrà per forza di cose ricadute anche sul territorio; ma anche i conti esatti (sono elezioni di secondo livello) dei voti che un candidato piuttosto che un altro avrebbe a disposizione. Tutt’altro che semplice, poiché la situazione è piuttosto fluida e le elezioni provinciali già in passato sono stati terreno di sperimentazione, ma anche campo per regolare conti all’interno della stessa coalizione e a volte dentro anche ai vari partiti.