OJM come la mucca di Erzegovina: prima fa buon latte, poi dà un calcio al secchio

Openjobmetis Varese sconfitta Trento

VARESE – Il giorno dopo è ancora più amaro. Due punti già in tasca, una partita condotta per 44’ (supplementare compreso), ma alla fine ad esultare a fil di sirena è stata la Dolomiti Energia. Tanto da farci tornare in mente le immortali parole di Aza Nikolic: “Tu sei come mucca di Erzegovina: prima fare tanto buon latte e poi dà calcio al secchio”. Ecco la fotografia della Openjobmetis che ha regalato la vittoria a Trento.

Una Openjobmetis divertente, ma (ancora) senza killer instinct

La Openjobmetis prima butta via 16 punti di vantaggio a Brescia, poi si fa infilzare allo scadere da una Trento apparsa assolutamente alla portata dei biancorossi. Perché? Ci vengono in mente mille episodi che avrebbero potuto girare la partita in un senso e che invece sono scivolati dalla parte opposta. Merito di coach Molin (senza Udom e Ladurner e con Spagnolo recuperato pochi giorni prima) per aver “incartato” il match su ritmi più cadenzati e meno adatti a Ferrero e compagni, i quali, è noto, divertono e possono fare male a tutti se giocano a mille all’ora. Il problema è stata la mancanza di killer instinct e una gestione affannata dei palloni nel finale. Quando cioè bisogna ragionare e avere la mente lucida. Invece nel supplementare è mancata la benzina o meglio l’ossigeno.

Questione di filosofia

Il manifesto programmatico di questa squadra è stato esplicitato nel dopo partita da coach Matt Brase. “Quando Trento ha recuperato, quello che dovevamo fare era cercare di aumentare il vantaggio e non di conservarlo”. Anche perché nel roster non esistono giocatori che sappiano gestire situazioni di vantaggio, mungendo all’occorrenza il cronometro dei 24 secondi.

Un sistema di gioco estremo

Il giochino giornalistico (a cui certo non ci sottraiamo) è sventolare le pagelle di fine partita. Promossi, bocciati, mvp e così via. Al di là delle singole prestazioni, ci risulta però difficile attribuire la sconfitta contro Trento a tizio piuttosto che a caio. Certamente c’è un sistema di gioco “estremo” che esalta i meriti ed amplifica i difetti della squadra, al di là dei meriti e dei demeriti di giornata. E con questo sistema bisogna fare i conti.

Road to Reggio Emilia

Passata la delusione, l’unica cosa da fare è rimettere giù la testa e lavorare in palestra per affrontare la trasferta di Reggio Emilia. Un match, il quarto consecutivo, contro una squadra che fa le coppe, ma che è alla portata della Openjobmetis. C’è un precedente in precampionato al Trofeo Bertolazzi di Parma, ma la UNAHOTELS sta recuperando giocatori (Olisevicius), anche se probabilmente non ne avrà altri (Strautins e Michele Vitali). Sarà una partita difficile, con il ritrovato catino del PalaBigi che spingerà al massimo i ragazzi di coach Menetti.

L’entusiasmo di Masnago

Record stagionale a Masnago, con quasi 4.500 spettatori caldissimi, tra cui gli immancabili vip (i tifosissimi Tete Martinenghi e Pupi Zanetti) e molti ragazzi dei diversi settori giovanili. Un gran peccato non aver regalato loro la soddisfazione di una vittoria che, alla fine dei conti, è stata sfilata dalla tasca per merito di una Trento più paziente, più lucida e anche un pochino più fortunata. Il ritrovato entusiasmo e il calore del “Lino Oldrini” possono essere l’arma in più per questa Openjobmetis, a condizione che alle bollicine si riescano ad abbinare anche i referti rosa. Perché in Italia (e soprattutto nella Varese del basket) vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.

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