Sogno Aubam: riportare a Busto i bambini di Chernobyl. «Cerchiamo famiglie»

BUSTO ARSIZIO – Aubam sogna di riattivare l’iniziativa umanitaria di accoglienza dei bambini di Chernobyl. «Cerchiamo famiglie, fatevi avanti» l’appello di Antonio Tosi, detto “Pedela”, da 25 anni anima dell’associazione Aubam che ha ospitato sul territorio bustese 5500 bambini per i soggiorni estivi. Nell’Ucraina in guerra ci sono 341 bambini tra i 7 e i 16 anni in attesa di una famiglia che li accolga in casa. «Dopo il Covid e la guerra serve un po’ di tranquillità per bambini sottoposti a qualcosa che mi raccontavano solo mia mamma e mio papà – sottolinea Tosi – noi possiamo sognare ma senza la risposta delle famiglie rimane un sogno nel cassetto».

La serata di presentazione

La presentazione del nuovo Progetto Chernobyl di Aubam Odv è in programma venerdì 17 novembre all’Icma di villa Calcaterra: sarà presente anche il fisico Lorenzo Bianchi, che farà il punto sulla situazione a Chernobyl, a quasi quarant’anni dall’incidente alla centrale nucleare. «Chiunque fosse interessato venga ad ascoltare – l’accorato appello dell’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – sono bambini come i nostri, non sono problematici. È un’esperienza che consiglio soprattutto a chi ha figli per farli rapportare con i loro coetanei di un altro Paese europeo».

Il sogno del Pedela

Antonio Tosi ha «un sogno», quello di portare più bambini possibile a Busto, per far salire il conto dei 5500 accolti negli anni. «Grazie all’amministrazione che non ci ha mai voltato le spalle, tentiamo di realizzarlo – afferma il presidente di Aubam – chiediamo l’aiuto di tutti per avere tantissime famiglie che si facciano avanti per ospitare. Consapevoli che Busto, se gli spieghi bene la finalità, c’è». L’associazione “gemella” in Ucraina – Difendere i Bambini di Chernobyl, a Vishnove – ha 341 iscritti in attesa di essere ospitati. «Io negli anni ne ho ospitate 4 – racconta Tosi – non serve esperienza, ma usare cervello e cuore. Noi seguiamo l’iter burocratico, senza scorciatoie: raccogliamo i dati famiglie, la Questura li esamina, poi Roma prende in mano le pratiche e le manda all’ambasciata italiana a Kiev. Così i bambini arrivano con tutti i sacri crismi e le assicurazioni, e le famiglie sono garantite per tutto il periodo e possono dedicarsi con la mente libera solo al bambino. E Cristina Beretta di Aubam chiarisce: «Non chiediamo soldi alle famiglie, solo un minimo contributo per il trasporto, oltre al vitto e alloggio del bambino».

Gli ucraini a Busto

Dopo gli anni del Covid, Aubam ha dovuto interrompere gli arrivi dei “bambini di Chernobyl” a causa della guerra in Ucraina. «Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo accolto 130 persone in fuga, ora ne sono rimaste una quindicina – racconta il presidente Tosi – così abbiamo deciso di ripartire con i soggiorni estivi, anche se i viaggi dall’Ucraina sono più complicati, prima in treno fino in Polonia e poi in aereo». Nel frattempo dall’Ucraina «arrivano notizie di vita normale», come fa sapere “Ul Pedela”. E in tutta Busto, rivela l’assessore Reguzzoni, «sono 50-60 i profughi rimasti a Busto, tra cui le badanti formate con l’apposito corso che si stanno integrando e trovando lavoro».

busto arsizio aubam chernobyl – MALPENSA24