Somma celebra il 4 Novembre nel segno della pace: «Costruiamo il futuro insieme»

SOMMA LOMBARDO – «Immaginate una città senza più giovani. Sarebbe un paese senza speranza, senza gioia, senza futuro. Ci sono precise responsabilità in questa guerra, nessuno lo nasconde, ma credo sia arrivato il tempo di lavorare attivamente per un piano di pace». Parla soprattutto ai giovani, il sindaco Stefano Bellaria. Così Somma Lombardo ha celebrato il 4 Novembre: in nome della pace, per «costruire insieme un futuro di prosperità, per noi e per le prossime generazioni». Un passaggio alle scuole, poi il tour tra il capoluogo e le frazioni. Il primo cittadino si è rivolto ai sommesi, prendendo in prestito le parole di Giuseppe Ungaretti in “Veglia“. Dove il poeta soldato ha raccontato «con una efficacia senza pari, gli orrori della prima guerra mondiale».

Facciamo la nostra parte, qui e ora

Il discorso integrale del sindaco per il 4 Novembre. E il testo della composizione “Veglia” di Ungaretti:

Un’intera nottata
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita.

Monte San Michele – Cima Quattro il 23 dicembre 1915

“Veglia” è una delle composizioni più conosciute di Giuseppe Ungaretti, il poeta soldato che ha narrato con una efficacia senza pari, gli orrori della prima guerra mondiale. È forte il contrasto tra la presenza inquietante della morte che tutto pervade e la Speranza, il desiderio di bene, la voglia di vivere che albergano a prescindere, nell’animo dell’autore, così come in quello di ogni soldato, di ogni uomo.

È il desiderio, ne siamo certi, che avranno provato tutti i giovani Sommesi, caduti durante i due conflitti mondiali, i cui nomi sono incisi nelle lapidi di questo monumento.

È quello che avranno anelato i ragazzi del ’99 che anche dalla nostra città partirono verso il fronte dopo la disfatta di Caporetto. O Giorgio Macchi il nostro concittadino cui è intitolata una nostra scuola primaria, caduto a Petropavlivka, in Ucraina, durante la notte di Natale del 1941.

È quello cui aspirano, ne siamo certi, anche i giovani Ucraini e Russi che oggi si combattono e si uccidono nel cuore della nostra Europa.

Un dato pubblicato nei giorni scorsi mi ha sconvolto. In un solo giorno di guerra sono morti più di mille e cinquecento soldati. Per rendere l’idea è come se, in una notte, scomparissero per sempre, tutti i giovani Sommesi dai 19 ai 36 anni. Immaginate una città senza più giovani, sarebbe un paese senza speranza, senza gioia, senza futuro.

Ci sono precise responsabilità in questa guerra, nessuno lo nasconde, ma credo sia arrivato il tempo di lavorare attivamente per un piano di pace. Non una pace a prescindere, non una pace che umilii, altrimenti, come ben descritto da John Maynard Keynes nel suo bellissimo testo “le conseguenze economiche della pace…” in cui narra le vicende della conferenza di Pace di Versailles del 1919 e quella che lui chiamò “La pace cartaginese” imposta agli sconfitti, sarebbe solo il preludio del prossimo conflitto.

Autonomia amministrativa dei popoli, rispetto delle minoranze etniche e linguistiche, integrazione, democrazia, maggior collaborazione con l’Unione Europea sono i presupposti irrinunciabili per una pace vera e quindi duratura. Una pace che consenta, come accaduto nel nostro continente dopo il 1945 di costruire insieme un futuro di prosperità per noi e per le prossime generazioni.

È un compito arduo, al limite dell’impossibile, ma non esiste altra strada da percorrere. Probabilmente ci occorre un pizzico del coraggio che, alla fine della seconda guerra mondiale, ha animato pensieri ed azioni di uomini visionari come Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Konrad Adenauer.

Il 4 Novembre è anche la Giornata dell’Unità Nazionale.

Due giorni fa, grazie ad una lodevole iniziativa dell’associazione nazionale combattenti e reduci di Somma, che ringrazio, al pari di tutte le associazioni e le autorità ed i cittadini qui presenti, abbiamo incontrato i bimbi della scuola primaria “Gianni Rodari”. È stato bello vederli raccolti nel cortile con il tricolore in una mano e un ramoscello d’ulivo nell’altra e sentirli cantare il nostro inno nazionale.

Alla fine dell’incontro, un bimbo di nome Alessandro si è avvicinato e mi ha detto “È brutta la guerra se i fratelli più grandi partono e non tornano più” (avevamo utilizzato questo esempio per ricordare i caduti delle guerre mondiali) e mi ha fatto una domanda spiazzante: “Sindaco cos’è un mondo di pace?”

“E’ un mondo, caro Alessandro, dove le persone quando litigano, a casa, a scuola, sul lavoro, coi genitori, con gli amici, si chiedono scusa e fanno la pace e poi tornano a giocare insieme e quando sbagliano qualcosa, ricominciano ogni volta senza paura, dove si impegnano a fare bene le cose di tutti i giorni, i compiti, i giochi, i lavoretti di casa…”.

“Bello, mi piace il mondo di pace” è stata la risposta di Alessandro…

Ecco credo che, almeno su questo, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte qui ed ora, anche se non siamo statisti che governano le sorti del nostro continente… Lo dobbiamo ad Alessandro e ai milioni di giovani di cui oggi celebriamo il ricordo, che sono caduti con nel cuore il sogno di un Mondo di Pace.

somma 4 novembre pace – MALPENSA24