“Tra Sacro e Sacro Monte” omaggia Manzoni con l’Innominato di Maria Paiato

Il palco naturale alla XIV cappella del Sacro Monte e nel riquadro Maria Paiato in una foto di Giacomo Brini

VARESE – Dopo l’esordio da tutto esaurito con Simone Cristicchi e il suo Paradiso in omaggio a Dante il secondo appuntamento del festival Tra Sacro e Sacro Monte celebra un altro grande della letteratura italiana, Alessandro Manzoni. Giovedì 13 luglio alle 21 sarà Maria Paiato, uno dei più importanti volti del teatro italiano, ad andare in scena con “La Notte dell’Innominato”.

Omaggio a Manzoni

Lo spettacolo omaggerà una delle pagine più significative de I Promessi Sposi, in una produzione dell’associazione Tra Sacro e Sacro Monte. Il tuffo nel capolavoro manzoniano, a 150 anni dalla scomparsa dell’autore, ha una dimensione notturna infinita, interminabile, indecifrabile: una mala notte nella quale si muovono i due protagonisti di questo straordinario viaggio mentale. Accompagnata al violoncello da Tobia Scarpolini, Maria Paiato conduce lo spettatore dentro questa pagina straordinaria della letteratura che racconta la possibilità del cambiamento del cuore umano. L’Innominato fa i conti con sé stesso, con la sua mancanza di fede, la sua ambizione, la sua finitezza. Questa notte eterna, vera protagonista del testo, avvolge tutti i personaggi, li rende incerti, ansiosi, fragili, muta le loro convinzioni, li spinge a compiere azioni impensabili.

Talento italiano

L’indiscusso talento di Maria Paiato si è espresso e si esprime in forme diverse, dal cinema dove ha lavorato con Corbucci, Archibugi, Comencini al teatro con Ronconi, Sepe e Marconi e persino nella serialità del piccolo schermo da Distretto di Polizia a Provaci ancora prof! fino alle recentissime serie targate Prime Video e Netflix, Monterossi e Fedeltà. L’occasione di vederla dal vivo a Varese permetterà al pubblico di godere della sua straordinaria presenza scenica lasciandosi accompagnare da voce e gestualità in una notte che ripercorre il percorso della coscienza dell’uomo, prima verso il basso, in un’atmosfera di incubo e di prostrazione, e poi di risalita verso la liberazione dal tormento e il raggiungimento del ravvedimento e della conversione.

Appuntamento a Casa Pogliaghi

Ma prima del secondo evento del giovedì ci sarà spazio martedì 11 luglio alle 21 per “Grate”, produzione di Atir, presso la Casa Museo Pogliaghi, con Chiara Stoppa, la partecipazione di Roberta Faiolo e la regia di Francesco Frongia. Il testo di Gianni Biondillo prende spunto dalla clausura forzata dei lockdown per raccontare la storia di Maria Chiara, una suora di clausura del convento delle clarisse di Milano. Ad un certo punto del suo percorso esistenziale ha compreso quale fosse la sua vocazione: isolarsi dal mondo per stargli più vicino. Decide così di raccontarlo, anche per smontare i pregiudizi nei confronti di chi ha fatto una scelta così radicale. Ma raccontare la sua vocazione significa anche scoprire le vite e le storie emblematiche di altre due sorelle che in momenti ed epoche diverse hanno fatto la stessa scelta: Chiara Daniela, che arrivò a Milano in piena seconda guerra mondiale per fondare il monastero e Maria Ida, figlia di operai socialisti che fu adolescente durante gli “anni di piombo”. Racconti che sommati l’uno all’altro ripercorrono la storia di una città e di un paese. Sul sito del festival tutte le informazioni su biglietti e navette.