Truffa criptovalute e reality Lgbtq, nei guai imprenditore. Parla una vittima

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Ha prodotto Cristina D’avena facendo conoscere ai bambini il viso che c’era dietro la voce dei cartoni animati, ha seguito la cantante ‘Arianna‘ di Walt Disney in parte della sua carriera, inaugurando Euro Disney a Parigi, ha collaborato con Big e Disney club programmi Rai rivolti ai più piccoli, e partecipato a tour di grandi artisti italiani e internazionali. Oggi Bruno Ventrone, produttore e autore, ha deciso di parlare per raccontare la sua disavventura nell’avere a che fare con un imprenditore di Biella, Mirko Ferrari, denunciato da decine di persone (ma i presunti truffati sarebbero migliaia), che secondo le accuse avrebbe millantato investimenti di vario genere, tramite piattaforme e criptovalute, con cui avrebbe prodotto il suo reality Lgbtq, il primo nel suo genere, da girare in Brasile, ma le cose sono andate diversamente. “Il Reality era un mio sogno, amo la comunità Lgbtq e supporto da sempre la loro lotta per emergere“, ha detto Ventrone, “anche adesso ci sto lavorando, non mi arrendo, vorrei realizzarlo personalmente nel 2025 in Amazzonia“, e ci sta “lavorando cercando investitori, sono sicuro che sarà un successo e lo trasmetteró gratuitamente in You tube“.

Facciamo un passo indietro, come ha conosciuto Ferrari?

“Ho avuto a che fare con lui anni fa, per via di una questioni discografiche, ero stato contattato tramite un amico il quale mi aveva chiesto se potevo aiutare un suo conoscente con una giovane cantante Brasiliana“, André Vitoria (ndr) “lui disse di star producendo un album con questa artista in erba, e i genitori gli avevano affidato la minore per produrla”. Dopo alcune settimane “mi contattó il padre, chiedendomi se potevo aiutarlo per cancellare un contratto di esclusiva internazionale che non gli permetteva di essere libera“. Così Ventrone contattó la casa discografica e consigliò di cancellare l’accordo. “Mirko Ferrari mi chiamò su tutte le furie e discutemmo, chiudendo ogni rapporto“.

Poi che successe?

“Dopo molti anni un amico in comune di Biella mi disse che aveva incontrato il Ferrari, andammo da lui che mi raccontó la sua scalata grazie a Bitcoin, fondando la Ferrari Pay, una carta di servizi per i possessori di cripto, e mi disse che aveva oltre 2500 soci”. A quel punto Ventrone gli parlo del suo reality. “Gli parlai del mio sogno, un reality dedicato alla comunità Lgbtqia+ in Brasile” e gli disse che “ci sarebbe voluto del tempo, almeno 2 anni”. Era un progetto che aveva “ideato nel 2008, ma allora il tasso di omofobia era alto, e non c’erano tutte le aperture di oggi”. Dopo poche settimane “Ferrari disse che aveva parlato con il suo socio maggioritario siciliano e che erano molto interessati a discuterne nel dettaglio, chiusi un accordo di Licenza del Reality per l’anno 2022 in Brasile“. Il contratto “prevedeva un rientro del 30% sugli utili finali’.

Come procedette la cosa?

Depositai il progetto come opera intellettuale in più di 160 Paesi, con il nome Cruzeiro Colorido. Lui mi disse che avrebbe trovato investitori e che sarebbe stato un successo”. Ventrone però era “scettico per la volontà di realizzarlo a breve tempo, ma Ferrari mi garantì che sarebbe stato facile”. Nel Febbraio 2022 “lui disse di aver già raccolto 600mila euro, promettendo agli investitori guadagni da fantascienza, io ero solo un autore, quindi era sua responsabilità ricevere gli investimenti e gestirli con un ritorno per le persone”. La produzione originale prevedeva una nave da crociera come set, mentre invece “per via di costi elevati Ferrari optó per un isola con l’ausilio di uno yacht“. Fu scelta L’isola di Angra do Reis  Rio de Janeiro, “al costo di circa 150mila euro per 90 giorni“.

Lei si occupò della parte autoriale corretto?

“I presentatori furono da me contattati, Nicole Balhs e David Brasil, opinionisti come Adriana Bom Bom e l’amico di Ferrari e socio, l’ex giocatore di calcio brasiliano Mario Jardel, che in quel tempo era un partecipante al Grande Fratello in Portogallo, a cui Ferrari faceva da manager”. Nel frattempo “la ricerca di investitori portó nelle tasche di Ferrari oltre 2 milioni di euro“, mentre a causa del poco tempo a disposizione “vana fu la ricerca di sponsor”. A quel punto “lui aprì una piattaforma digitale denominata Ferrari Play, dove ha detto agli investitori che avrebbe ottenuto più di 3 milioni di abbonamenti, cosa folle, dato che in Brasile si fa fatica ad abbonarsi anche alle piattaforme famose”. 

Quale era la prassi di Ferrari per attirare investitori?

“Fceva delle riunioni in hotel e nei suoi uffici di Biella, io sono stato presente in alcuni incontri, dove ho illustrato il mio Format che è stato molto apprezzato per la esclusività e contenuti”. Ventrone ha lavorato “7 mesi alla produzione in Brasile, poi c’erano continue discussioni sul mio modo di operare, lui non sapeva niente di televisione e faceva tanti errori riguardo la comunicazione”.

Ad un certo punto accade qualcosa però, ce lo spiega?

“In agosto, dopo l’ennesima discussione, Ferrari, incaricando un legale di Rio,  tramite un vocale wathsapp mi ha dato il benservito, escludendomi dal mio stesso progetto“. Non avendo “rispettato il contratto, io annullai l’accordo per inadempienza, comunicandolo al lui e il suo legale, e depositai una denuncia di plagio e appropriazione indebita di proprietà intellettuale”.

Il reality sull’isola però iniziò comunque, vero?

“Il giudice fece una notifica di diffida a procedere, vietando di produrrecommercalizzare qualsiasi prodotto denominato Cruzeiro Colorido, con una multa di 10mila Reais (circa 2000 euro) al giorno, se non avesse sospeso le riprese“.  Ferrari però “andò avanti e il format fu un disastro, ci furono qualche centinaio di abbonamenti, per lo più, parenti e amici dei concorrenti, con una qualità di produzione e contenuti pessimi“.

Il suo progetto non fu quindi neppure rispettato?

“Un disastro totale, molti concorrenti subirono episodi di omofobia, fu sfruttato per fare ‘Pink money, solo questo interessava a Ferrari, non la causa della comunità a differenza di me che volevo far conoscere un mondo di persone normali e intelligenti, e innalzare di livello la comunità bistrattata e bullzzata”.

Quindi le è stato sottratto il suo sogno?

Ferrari ha sempre detto che il format era suo, quando invece ci sono articoli del 2008 su Google di Cruzeiro Colorido, e sopratutto è lui ha siglato un contratto di licenza con me, per lo sfruttamento dei diritti autorali di mia proprietà”.

Da quel momento ha iniziato a capire che qualcosa non andava?

Dopo l’accaduto mi hanno contattato tramite i social alcuni investitori, i quali non avendo ricevuto i guadagni promessi iniziavano a preoccuparsi, credevano e credono tutt’ora nel mio Reality, ed è per questo che avevano investito”. Tra gli investitori “ci sono casalinghe, piccoli risparmiatori, famiglie che hanno fatto una colletta nella speranza di guadagnare qualcosa”, ma addirittura “fra loro c’è una persona che voleva operarsi di tumore negli Stati Uniti e aveva dato a Ferrari i suoi pochi soldi nella speranza di potersi curare“. Ferrari, secondo le accuse, usava “piattaforme di crownfounding e il passa parola, promettendo ai Referal un extra, da qui il coinvolgimento di amici e parenti“, ha proseguito Ventrone, “ha usato la mia buona fede e naturalmente la mia professionalità“.

Oggi l’autore ha deciso di non fermarsi, sia per quanto riguarda le denunce che il progetto. “Spero che gli investitori possano recuperare grazie ad Afue (associazione che rappresenta vittime di truffe finanziarie internazionali, sede a La Spezia) parte dei soldi investiti, mi sento in colpa per essere stato veicolo dell’investimento, purtroppo i denari non sono stati dati a me, io ricevevo da Ferrari 200 euro al mese per vivere in Brasile e lavorare alla produzione, dovrà essere fatta giustizia,e fermare questi individui senza scrupoli che vivono alle spalle di persone ingenue“.

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