Coronavirus, allarme rosso in Lombardia. Nel Varesotto 23 casi di contagio

MILANO – Il coronavirus è da allarme rosso. Le cartine che l’assessore regionale alla salute Giulio Gallera ha mostrato in conferenza stampa a Palazzo Lombardia per raffrontare l’evoluzione del contagio danno il polso della criticità della situazione: «La cartina fa impressione – ammette Gallera – per evitare che da qui alla prossima domenica sia completamente rossa, lanciamo un messaggio forte ai cittadini: tutti devono adottare modalità oculate per evitare la diffusione del virus». E quindi bisogna «cercare di rimanere a casa, ridurre la vita sociale» per evitare che il sistema sanitario lombardo vada in tilt.

Tutta la Lombardia zona rossa?

Ma l’ipotesi di estendere la zona rossa non solo al focolaio dell’area di Bergamo ma addirittura a tutta la Lombardia, che inizialmente sembrava non essere stata esclusa dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile, è stata poi smentita. «La Lombardia è un’area particolare, c’è un incremento particolare in aree più che in altre – la sua risposta a precisa domanda dei cronisti presenti – la Regione ha sottoposto questo tipo di problematica e il comitato tecnico scientifico sta lavorando attentamente per capire se ci sono eventuali provvedimenti da adottare. Siamo in fase di analisi». Possibile individuare nuove zone rosse nelle aree più colpite. Ma Brusaferro ha precisato: «Non si è mai fatto riferimento alla Lombardia come zona rossa. Stiamo valutando le misure da prendere in altre aree a rischio»

Il bollettino di Regione Lombardia

La crescita del contagio però, in Lombardia, non accenna a fermarsi. I numeri svelati dall’assessore al welfare Giulio Gallera nel quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sull’emergenza sono impietosi, anche oggi, venerdì 6 marzo. I contagiati sono 2.612, vale a dire 361 in più rispetto a ieri. Di questi, 1622 sono ricoverati in ospedale, a cui si aggiungono altri 309 ricoverati in terapia intensiva, ben 65 in più in un solo giorno, un dato sottolineato dallo stesso Gallera. Crescono anche i dimessi dagli ospedali, «clinicamente guariti» al Covid-19: sono 469. Ma aumentano in modo preoccupante anche i decessi, arrivando a quota 135 dall’inizio dell’emergenza: rispetto a ieri si registrano dunque 37 decessi, contro i 25 del giorno prima. In provincia di Varese il dato dei positivi sale da 17 a 23.

«Responsabilità, o il contagio crescerà»

Anche in Italia i numeri salgono: con 620 nuovi positivi, il conto totale arriva a sfiorare i 4000 contagiati. Per l’esattezza sono 3916 le persone affette da coronavirus nel nostro Paese. Ecco perché all’assessore Gallera tocca un monito forte: «Se non adottiamo atteggiamenti radicali rischiamo che non ci sia un picco, ma solo una crescita dei casi». Un timore che si trasforma in un richiamo alla responsabilità di tutti: «O veramente assumiamo un atteggiamento individuale molto responsabile, oppure non siamo in grado di valutare quando arriverà la discesa».

Stop agli ambulatori?

Si tratta di un «fenomeno con dimensioni crescenti», per fronteggiare il quale «il sistema sanitario sta dando una prova straordinaria – ammette Gallera – stiamo continuando a ricavare nuovi posti letto di terapia intensiva, ampliando le aree destinate al Covid-19 e adattando molte aree risveglio delle sale operatorie per ospitare nuovi posti di terapia intensiva». Il totale è già a 400 posti letto, dai 321 di ieri, 5 marzo. Il sistema sarà sempre più concentrato sul contagio, tanto che l’assessore rivela che la Lombardia ha chiesto al governo di autorizzare la sospensione dell’attività ambulatoriale nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate per poter «gestire nella maniera opportuna i pazienti che invieremo nelle dimensioni che invieremo, mantenendo solo l’attività urgente e indifferibile».

LEGGI ANCHE:

lombardia zona rossa coronavirus – MALPENSA24